martedì 18 Febbraio 25

Il sindaco che tutta l’Italia c’invidia

Non finiremo mai di ringraziare l’onorevole Pelillo per il regalo che seppe farci solo qualche anno fa. Ci pensate a Taranto senza il sindaco di Taranto? Che noia, che barba

Se non ci fosse, uno così, andrebbe inventato. Fuori dalla media – e anche dalle elementari. Fuori dalla classe più che un fuoriclasse. Fuori dai Giochi (del Mediterraneo). Fuori dalla politica, pur restandone dentro con devota ingratitudine. Fuori di sé alla minima critica e disappunto scrutati all’orizzonte. Fuori da una significativa – e produttiva – prassi amministrativa. Fuori dal progetto. Fuori dalla comunicazione istituzionale (il ragazzo, e chi lo consiglia, sono negati!). Fuori quota nonostante le sue quotazioni volgano al ribasso. Il sindaco di Taranto è un vero fenomeno, ma al contrario. Nel senso opposto. All’insegna del canone inverso. Ama confliggere più che convergere, distruggere quanto appena costruito o, comunque, si ha in serbo di costruire. Prima con Calenda, poi con Emiliano, poi con Ferrarese, poi con Fitto, poi con Renzi, poi di nuovo con Emiliano 2 – la vendetta, poi di nuovo con Ferarrese 2 e 3 – la vendetta non risparmiata e reiterata.

Non finiremo mai di ringraziare l’onorevole Pelillo (dimessosi dal Comitato dei Giochi, cioè da Melucci, anche lui alla fine) per il prezioso dono offerto a tutti i tarantini solo qualche anno fa. Ci pensate a una Taranto senza l’attuale sindaco di Taranto? Che noia, che barba. Che barba, che noia. La nostra storia contemporanea si colorerebbe di una luce smorta. Si spenderebbero i soldi pubblici, si realizzerebbero i progetti, si darebbe continuità – e coerenza – alle alleanze politiche decise dagli elettori, non verrebbero odiati i giornalisti liberi e indipendenti, non si accarezzerebbero i giornalisti assunti in società compartecipate da Comune e Provincia che, nel frattempo, indisturbati, ossequianti, continuano a scrivere sui giornali del proprio datore di lavoro.

Evviva la terzietà, evviva i codici deontologici, evviva la professione che non c’è più. Tutto questo spettacolo, il più grande spettacolo dopo il big bang, senza Melucci cesserebbe tutto ad un tratto. Dovremmo fare a meno del nostro uomo dei sogni. Del sindaco che l’Italia intera c’invidia. Fuori da tutto, ma dentro ogni cosa.

Crediti foto: Antenna Sud

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