venerdì 9 Maggio 25

La dittatura del numero

Dare i numeri in assenza dei numeri è la nuova frontiera della psicopolitica. Leggere l’interessante saggio di Byung-Chul Han per capire qualcosa sul milione di presunti nuovi visitatori che avrebbero scelto Taranto come loro meta turistica

La dittatura del numero. Nel suo saggio intitolato “Psicopolitica” il filosofo tedesco-coreano Byung-Chul Han sostiene: “Il segno della nostra servitù è il passaggio dal raccontare al contare”. Anche nel nostro piccolo, nel microcosmo della quotidianità, si fa incetta di numeri. Quanti sono – se ci sono – i nuovi visitatori che hanno scelto Taranto come loro meta turistica? Quante sono le tonnellate di rifiuti che sporcano e sprigionano un lezzo nauseabondo per le vie della città? Quanti milioni di euro in più serviranno al capoluogo pugliese per organizzare i prossimi Giochi del Mediterraneo, nonostante l’enorme ritardo accumulato? Tutto, ormai, ruota intorno al quanto più che al quando e al dove. Si lascino perdere i perché: in pochi s’interrogano, e interrogano, al giorno d’oggi. E come se la materia si fosse presa gioco dei ragionamenti, e l’accumulazione, di qualsivoglia natura, avesse soverchiato le idee.

Quando Melucci sostiene che Taranto ha avuto un milione di nuovi visitatori, sceglie di dare i numeri pur in assenza di numeri. S’incarta nel numero perché la cifra, la suggestione statistica possa supplire al Logos. Alla parola e ai pensieri che latitano, abbandonati in una terra di nessuno.

Per amore della propaganda, il sindaco confonde il sogno con la realtà. La scienza numerologica si sostituisce così alla coscienza politica. Anche se la Confcommercio prima, e il suo vice Manzulli dopo, lo sconfessano il numero resiste. Fa presa. Imprime un’accelerata. Crea una squarcio negli spazi bianchi, vuoti per loro stessa natura. Si fa numero mancando i numeri. Una sorta di riduzione dell’universo e della vita a esercizio contabile e stoccaggi. Non tutto ciò che può essere contato conta. Figurarsi poi il contrario. Per quello che serve, si sparino pure numeri a vanvera. La psicopolitica di Byung-Chul Han.

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