Non si è ancora fatto vedere, ma statene certi. Il prossimo presidente della Regione, prima che la campagna elettorale abbia termine, passerà da Taranto. Che non è Bari, ma fa lo stesso
Di farsi vedere a Taranto, a quanto pare, non vuole proprio saperne. Nella seconda città pugliese per importanza e numero di abitanti, chiamata al voto tra soli undici giorni, il prossimo presidente pugliese non ha ancora avvertito l’esigenza di palesarsi. Il bisogno d’incontrare il suo popolo. Di manifestare la sua vicinanza ai militanti dell’arcipelago progressista. Sarà in altre faccende affaccendato, con molta probabilità, Antonio Decaro. Taranto è lontana, lontanissima dal Parlamento Europeo. Dagli uffici della presidenza della Commissione Ambiente, nonostante quanto stia accadendo in Ilva. Al di la dei destini dicotomici che qui, più che in qualsiasi altra realtà urbana del continente, stridono con una giusta declinazione di futuro. Con il buon senso degli uomini giusti.
Pervasivo sui social, sino alla cura ossessiva dei propri profili, Decaro appare remissivo nel sociale. Quasi frenato nella pratica quotidiana di un impegno che contempli la critica oltre agli applausi, l’abbraccio assieme alla spinta affettuosa. E’ come se la sua geolocalizzazione politica facesse fatica nel trovare l’esatta posizione geografica non appena ci si allontani da Bari. Un guaio per chi da grande, cioè nei prossimi mesi, farà il presidente di tutti i pugliesi. Ma metti a Cassano, pardon a Decaro, è persona intelligente. Troverà il tempo per passare da Taranto in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Lo merita la seconda città della Regione. Il suo irrisolto, e nuovamente ingarbugliato, dramma eco-produttivo. Taranto non sarà Bari, ma ne vale la pena lo stesso.