martedì 17 Settembre 24

Politica e giornalismo, la sintesi di due debolezze secondo Galli della Loggia

Interessante editoriale firmato dal noto intellettuale italiano per il Corriere della Sera. La nostra democrazia somiglia ad una grande canea, all’abbaiare senza morsi di cani che hanno rinuciato a fare la guardia

Se Atene piange, Sparta non ride. Se la politica con i suoi goffi interpreti vive uno dei punti più bassi della propria storia, il sistema dell’informazione non se la passa certo meglio. Talk instupiditi, giornali – e giornalisti – a digiuno di sintassi, i tanti Massimo Giannini che si aggirano sui nostri teleschermi a ricordarci come di ovvietà in ovvietà rischi anche di avere successo in questo strano mondo, la libertà di pensiero – e la deontologia professionale – ostaggi di carrierismo e ruffianerie multiple dispensate a buon mercato.

Galli della Loggia esprime bene questo penoso quadro d’insieme, lo fa attraverso un editoriale firmato nei giorni scorsi per il Corriere della Sera. La politica trae linfa dal cattivo giornalismo, stringe una sorta di santa alleanza tra mediocri. L’informazione senza qualità, proprio come l’uomo di Musil, è responsabile della caduta negli inferi del nostro derelitto dibattito pubblico. Al pari della vecchia lega anseatica così frequente nel tardo medioevo, politica e giornalismo, tranne rarissime eccezioni, operano in regime di monopolio. Non approfondiscono, non studiano, non s’interrogano. Amano solo apparire in video perché nell’immagine possa celarsi l’assenza di contenuti. E la parola scomparire, ritrarsi nel gesto. Quando due poteri non confliggono, e firmano armistizi a digiuno di valori, finiscono prima o poi con il soccombere entrambi. Con l’elidersi a vicenda. Proprio come nel caso della politica e del giornalismo, che si danno appuntamento nei salotti televisivi, conversano, vanno a cena fuori, per poi concludere la serata in bianco. Alla stregua di due amanti sfigati e di certi amore incestuosi.

La politica dei nani, il giornalismo delle ballerine. Pagherebbero per vendersi. E’ la democrazia ridotta ad una grande canea, all’abbaiare senza morsi dei cani che hanno rinunciato a fare la guardia. Difficile dare torto a Galli della Loggia. Anche se noi, nel nostro piccolo, queste cose le denunciamo da sempre. Orgogliosi di una diversità che vale più, molto più di mille promozioni.

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