sabato 19 Aprile 25

PROPAGANDA LIVE

Le nostre infrastrutture sarebbe più corretto chiamarle infra-storture. Avremo un giorno, forse, i bus veloci. Ma ci mancano i treni, le navi, gli aerei. Salvini parlava, Melucci annuiva con la testa. Con perfetto intervallo sincronico

Poca politica, molta propaganda. In tempo reale. Live. Con annesso il sempiterno codazzo. Scodinzolante, divertito. Vedremo un giorno, forse, i bus veloci a Taranto. Ma i treni, quando ci sono, vanno lentissimi. L’unico Frecciarossa fermo sui binari della stazione è quello della desolazione che si prepara a partire per la depressione. Gli aerei non volano e non atterranno all’Arlotta di Grottaglie. Le navi arrivano con il contagocce aspettando Godot. Cioè: i dragaggi al Porto. L’autostrada termina a Massafra da sempre. E la Statale 100 miete vittime con la stessa frequenza di un conflitto bellico. Più che il ministro delle Infrastrutture, sarebbe stato più logico attendersi l’altro giorno la visita del responsabile delle Infra-storture. Il titolare del dicastero delle contraddizioni non sconfessate. Le nostre, chiaramente. Quelle di Taranto – e dell’intera sua area metropolitana. Quelle di un Sud ricacciato a Sud di qualcosa. Con una mobilità più nordafricana che euro-mediterranea.

Il sindaco annuiva con la testa, alzava e abbassava il capo inseguendo il perfetto intervallo sincronico, qualsiasi cosa dicesse alla fine il ministro. Tanto era ben congegnato l’automatismo, l’andirivieni della meccanica facciale, che non è riuscito ad arrestarsi neanche quando il segretario della Lega si è pronunciato sull’ex Ilva. Un’industria che produca, che offra acciaio al Paese, che innalzi il Pil della nazione. Per il ministro – e per il sindaco – la vicenda della fabbrica più inquinata, e inquinante d’Europa, è affare insomma delle sole scienze economiche. Non annovera l’ambiente, la riconversione ecologica, la salute delle popolazioni residente, la modernità dei diritti non negoziabili. Non contempla la civiltà, il comune senso del pudore. Tanti leghisti, tutti in una sola volta, non si erano mai visti da queste parti. Il ministro Salvini. Il senatore Marti. Il Consigliere regionale Conserva. Non avessimo avuto il mare, Taranto sarebbe potuta diventare Pontida. Per un solo giorno. Giusto il tempo di una visita istituzionale che certifichi il ribaltone politico preparato nei mesi orsono a Palazzo di Città. Con Melucci, in posa assertiva, a fare su e giù con la testa. Divertente. Divertito.

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