Alcune strade portano più ad un destino che a una destinazione. Ripartiamo da questa bellissima frase di Jules Verne per andare incontro al futuro e circumnavigare il sogno di un’identità da rinverdire. Il monito di Nichi Indelicati
Tornare anche se non ce ne siamo mai andati. Camminare in direzione della meta agognata. Essere finalmente ciò che saremmo potuti diventare. Farlo ora; farlo subito. Anche per sconfessare ciò che il bravo Nichi Indelicati destinava a noi tarantini, cioè a se stesso: “Siamo abitanti di un mare chiuso, lagunare, senza prospettive…”. Capovolgere l’inflazionato paradigma “Taranto città sul mare e non di mare” per riannodare un filo interrotto, andato perduto negli interstizi dell’antichità e nelle aporie della modernità. Passare dall’assistenzialismo dell’anima prima, e dello Stato dopo, alla sfida di un dinamismo sfrontato, senza costrizioni. “Economia circumnavigare” potremmo definirla; simile a quella circolare, che è un’accezione del tempo e non solo un attento utilizzo delle risorse a nostra disposizione. La Grecia classica, su questo stesso concetto, ha costruito le proprie fortune e regalato all’umanità la filosofia come misura ed equilibrio dell’esistente. Circumnavigare la circolarità, se fosse possibile. E non semplicemente un’isola e la terraferma che ne certifichi l’esistenza. Come quei capitani coraggiosi che sfidano la sorte perché in compagnia di una missione, di un progetto fascinoso che non ammette repliche ed interruzioni.
Cantieri navali da riproporre e riportare ai fasti di una volta, idrovie per sperimentare una mobilità intelligente, non solo nella nostra città ma nell’ambito di una dimensione regionale ed internazionale che ci veda protagonisti, sistema portuale con ambizioni euro-mediterranee, cibo e ristorazione di settore da rinverdire, sport acquatici che Giorgio Bocca con il suo “Il Provinciale” racconta di aver praticato a Taranto durante l’epoca fascista, molto prima che ci assegnassero i Giochi del Mediterraneo, Città Vecchia da recuperare e rendere un grande hub della cultura e dei mestieri marinareschi, istruzione universitaria e ricerca d’eccellenza su biodiversità e specie protette come i nostri delfini. La città dei due mari non può più pensarsi senza il mare. Non può, imperterrita, continuare a tradire se stessa, non riconoscere l’identità che in tanti le invidiano. Ricordando, e ricordandoci, che alcune “strade portano più ad un destino che a una destinazione”. Cosi credeva Jules Verne. E noi assieme a lui.