Rischia il posto di vicepresidente nazionale del M5S il tarantino Mario Turco? Secondo la ricostruzione del ‘Corriere della Sera’, sembrerebbe proprio di sì. Noi facciamo il tifo per chi vuole chiusa l’Ilva domattina, avendola lasciata aperta quando ricopriva l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio
La vicepresidenza del Movimento Cinque Stelle è Conte-ndibile? Si, ma non per tutti. No per il tarantino Mario Turco. O almeno così sembrerebbe a voler dar per buona la ricostruzione effettuata ieri sul Corriere della Sera da Emanuele Buzzi. Concluse le Regionali, il presidente del Movimento, il Conte Max che viaggia al minimo, dovrà varare il nuovo organigramma del fu partito grillino. Confermata Paola Taverna, promosso Stefano Patuanelli, ricompensato Pasquale Tridico, uscito sconfitto in malo modo dalle consultazioni in Calabria, sostituita Chiara Appendino con Vittoria Baldino, i posti da vicepresidente nazionale scarseggiano. Non sono infiniti.
E l’uscente senatore Turco, colui che chiede di chiudere l’Ilva domattina avendola lasciata aperta quando ricopriva il ruolo di sottosegretario alla vicepresidenza del Consiglio, lo stratega che si oppone ad un governo di centrosinistra a Taranto e sostiene un governo, di uguale colore, a Bari con l’appena eletto Decaro, rischierebbe di non essere riconfermato. Complice, anche, il deludente risultato elettorale conseguito dal Cinque Stelle alle Regionali pugliesi. Uno striminzito 7%, meno di quanto raggranellato dalla Lega di Salvini. Il solito cicaleccio. Che la politica italiana – e il giornalismo mainstream – si siano ridotti ad interrogarsi sul futuro organigramma a Cinque Stelle, conferma quali vette ormai traguardiamo in questo strambo Paese. Altissime.


