Intervista al ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “Taranto città cerniera tra l’Europa e il Mediterraneo. Con il sapere potremo combattere l’inverno demografico”
Ministro, bene il Tecnopolo del Mediterraneo. Ma per l’autonomia universitaria, un’autonomia vera e non sbandierata, Taranto quanto altro tempo dovrà aspettare?
“Le Università hanno bisogno di studenti, d’iscrizioni per poter nascere e prosperare….”.
Adam Smith, l’estensore della teoria sulla mano invisibile, predisse un’economia nella quale fosse l’offerta a determinare la domanda”.
“Per una liberale convinta come la sottoscritta, queste parole rappresentano un monito e uno stimolo al tempo stesso. Una sorta di traccia irrinunciabile”.
Quindi?
“Il Tecnopolo segna il primo, importante passo per una città-cerniera tra l’Europa e il Mediterraneo. Ne seguiranno altri; tra questi, contempliamo anche l’autonomia di corsi universitari per Taranto”.
Basta essere una succursale di Bari. Basta con corsi nati per gemmazione dall’ateneo adriatico. Basta, insomma, con le riproduzioni asessuate. Serve originalità e identità nell’offerta universitaria se si vuole avere un successo duraturo”.
“Sono d’accordo con lei. Specie, poi, in un’epoca come la nostra segnata non dall’inverno, ma dalla glaciazione demografica”.
Un motivo in più per invertire la rotta, essere attrattivi per potenziali nuovi residenti. Non solo gli studenti, ma anche i professori e i ricercatori. Università del Mediterraneo di Taranto. Le piace come nome?
“Molto, potremmo utilizzarlo se lei non avanzasse alcun copyright…”.
Faccia pure, le idee finiscono con l’essere nostre un secondo dopo averle pensate”.