mercoledì 22 Gennaio 25

E se per i Giochi del Mediterraneo chiamassero l’ispettore Zenigata

L’Italia è un Paese di santi, poeti e navigatori. E adesso anche di commissari. Quando la politica è debole – e insulsa – bisogna affidarsi ai tecnici. L’ultimo giro di boa della nostra claudicante democrazia

Toglietemi tutto, ma non il mio Commissario. Nell’Italia delle competenze abbandonate al mercatino delle pulci, il motto einaudiano è caduto in disuso. Siamo passati dal “conoscere per deliberare” al deliberare senza conoscere. Dalla responsabilità all’improvvisazione il passo può essere breve, un tratto di penna su un foglio scarabocchiato. La politica debole di questi anni, incerta come alcuni suoi buffi interpreti, a digiuno di letture e aule universitarie, di viaggi e asfalti consumati con le suole delle proprie scarpe, schiude la porta ad altro. Alla tecnica che si sostituisce al vincolo di rappresentanza. Martin Heidegger scrisse – e s’interrogò – a lungo su questo tema. Lo elevò a linea del discrimine tra le resistenze del passato e le avventure implicite nella modernità. A vulnus profondo dell’umano che gareggia con il post-umano. La politica schiava dell’economia, l’ideale di società, e la visione circa il futuro da traguardare in posizione subalterna rispetto a pratiche ragionieristiche e vincoli di bilancio, ripropongono questo rivolgimento dei tempi. Questo schema sghembo. A monte – e a valle – si staglia, sempre e comunque, la figura di un commissario. Del commissario. Il generale Figliuolo delle nostre incapacità manifeste. Dopo i vaccini, diviene necessario commissariare anche il Pnrr. Lo ha chiesto, in maniera implicita, la Corte dei Conti con la sua relazione di lunedì scorso.  Difficile d’altro canto che non lo chiedesse: la percentuale di attuazione finanziaria dello stesso Piano è ferma al 6 per cento. Un’inezia dopo quasi due anni dal varo della misura europea. Una sorta, insomma, di suicidio assistito in assenza di una legge sul fine vita. Anche Taranto, e i suoi Giochi del Mediterraneo, si sente dire in giro verranno presto commissariati. La ragione, neanche a dirlo, è sempre la stessa. La politica – e i politici – non ce la fanno. Non è mestiere loro. Meglio affidarsi quindi a chi? Al commissario, of course. A Zenigata. Zazà: l’ispettore/commissario che dava la caccia a Lupin. Adesso che la profezia calcistica si è avverata, possiamo gridarlo al mondo intero: l’Italia è un Paese con 60 milioni di commissari tecnici.

 

 

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