Borraccino per il centrosinistra, Longo per il centrodestra? A giugno del prossimo anno gli elettori torneranno ad eleggere i propri rappresentanti nell’ente di via Anfiteatro. CosmoPolis vi racconta in anteprima possibili scelte e probabili bocciature al vaglio delle forze politiche
Si (ri)vota per le Province. L’anno prossimo con molta probabilità. In occasione delle consultazioni già fissate per il Parlamento europeo. A giugno del 2024, nell’ambito dell’election day. Con il futuro che avrà lo slancio imprevedibile del passato. Dell’eterno ritorno al come eravamo. Del già visto che, a fronte di novità bislacche, offre maggiori e più durature garanzie. E gli elettori, scippati del più importante strumento in grado di segnare la sopravvivenza di una democrazia, ossia il diritto di voto, torneranno ad eleggere i propri rappresentanti nell’ente di via Anfiteatro. A dodici mesi esatti dal possibile appuntamento elettorale, nonostante ancora manchi un testo normativo che certifichi il superamento di quell’aborto giuridico chiamato legge Delrio, una controriforma spacciata per riforma, è già partito il toto-candidati per la carica di presidente. Nell’area di centrosinistra è assai improbabile che si punti nuovamente sul sindaco di Taranto. Le forze politiche, a cominciare dal Pd, non si fidano più dell’ex broker portuale. La città è sporca, ricorda Napoli di qualche anno fa, in piena emergenza rifiuti. E’ amministrata male. Manca un progetto complessivo di comunità. E la politica, non memori dell’insegnamento di Pietro Nenni, più che con i sentimenti viene innalzata ogni giorno sull’altare dei risentimenti. Salgono, invece, le quotazioni dell’ex assessore regionale – e attuale consulente del presidente Emiliano – Mino Borraccino. Profilo che piace soprattutto all’area movimentista, più radicale, dei Democratici. Lo schieramento di centrodestra s’interroga sulla figura dell’attuale sindaco di Maruggio, Alfredo Longo. Una comprovata esperienza amministrativa e un riconosciuto – e riconoscibile – profilo moderato le sue doti migliori. Staremo a vedere. Siamo solo agli inizi di una partita lunga eppure breve, complessa ma non complicata. La campagna elettorale di fatto è già partita. Niente più giochetti sottobanco, consiglieri comunali che votano sostituendosi agli elettori, parametri statistici fissati in base al numero di abitanti rappresentati. Bestialità da analfabeti funzionali. Non essendo mai partite del tutto le città metropolitane, le Province restano l’anello di congiunzione tra i comuni, specie quelli più piccoli, e le burocrazie regionali. La vecchia, nobile idea di area vasta.