“Serve un’assunzione piena di responsabilità da parte dello Stato. Solo con una regia pubblica sarà possibile garantire investimenti seri, bonifiche reali, tutela occupazionale e salute dei cittadini”
“Le dichiarazioni del Ministro Urso confermano ancora una volta l’impostazione distorta con cui si sta affrontando una vicenda che riguarda il futuro di una comunità intera. Si scaricano sugli enti locali responsabilità che spettano, invece, al Governo. Oggi si invoca l’urgenza, si evoca il rischio di chiusura agitando lo spauracchio della sentenza del Tribunale di Milano, si accusa chi difende il proprio territorio di ostacolare un’intesa. Ma dov’era lo Stato quando l’Autorizzazione Integrata Ambientale scadeva nell’agosto 2023?” Lo afferma in una nota il sindaco di Taranto, Piero Bitetti.
“Come Sindaco di Taranto, non posso accettare una firma in bianco su un accordo di programma che non nasce dal confronto con i territori ma viene calato dall’alto, rincorrendo la tempistica di una sentenza che in realtà è attesa da oltre un anno e che il Governo sapeva da tempo essere imminente.
L’AIA non può essere trasformata in uno strumento di pressione politica. – Sottolinea – È un atto tecnico, ancorato a criteri ambientali, sanitari e giuridici. Non può diventare oggetto di contrattazione commerciale o condizione di vendita. La città non si presterà a legittimare una falsa transizione.
Taranto non è contraria alla decarbonizzazione. Ne condivide gli obiettivi e ne sostiene la necessità. Per questo vogliamo affrontare la questione con responsabilità pretendendo che tale processo avvenga attraverso scelte fondate, condivise e rispettose dei territori. – Si legge nella nota – Per questo non chiediamo soluzioni affrettate e prive di valutazioni strategiche, come l’ipotesi di un rigassificatore che, nella collocazione proposta dal Governo, oltre ad aumentare il rischio di incidente rilevante, comprometterebbe la funzione portuale della città limitando una economia sulla quale puntiamo. Riteniamo che il cronoprogramma sia temporalmente dilatato in maniera non sopportabile perché rinvia la dismissione dell’altoforno al lontano 2039, senza fornire certezze operative o occupazionali.
In questo quadro, il Comune di Taranto ha avanzato proposte concrete, sostenibili e coerenti con una vera transizione ecologica. Meritano attenzione, non semplificazioni. – Afferma il primo cittadino – La verità è che il Governo ha consumato il tempo e oggi tenta di attribuire ad altri le responsabilità di scelte mancate. Ma la città non accetterà questo ruolo passivo.
Riteniamo invece che sia giunto il momento di un cambio di paradigma. Serve un’assunzione piena di responsabilità da parte dello Stato. Lo diciamo con chiarezza: la strada da percorrere è la nazionalizzazione dell’impianto. Solo con una regia pubblica sarà possibile garantire investimenti seri, bonifiche reali, tutela occupazionale e salute dei cittadini. – Prosegue – E solo così si potranno creare le condizioni per coinvolgere, in una logica di sistema, anche player industriali nazionali in grado di accompagnare un percorso di riconversione tecnologica, ambientale e produttiva.
Come Sindaco non posso accettare che mi sia richiesta una firma in bianco e senza possibilità di modifica alcuna. Ho il dovere di rappresentare gli interessi generali della mia comunità, tutelando la salute pubblica, la dignità del lavoro e il futuro del territorio. Non accetterò compromessi al ribasso. Non permetterò che Taranto sia di nuovo trattata come una moneta di scambio. É giusto riportare la discussione nelle sedi istituzionali con tutti gli attori al tavolo, in piena trasparenza, con le carte alla mano e senza forzature.
Taranto è pronta a fare la sua parte. – Conclude Bitetti – Ma non sarà mai il parafulmine delle omissioni altrui. Non siamo noi ad aver lasciato scadere l’AIA. Non siamo noi a non aver deciso. Non siamo noi a vendere illusioni. Siamo noi, ogni giorno a dover tenere in piedi una città che chiede solo giustizia, verità e rispetto.”