Invece che inseguire propositi fantasiosi, come la finanza di progetto, perchè Taranto non ha replicato gli esempi di Cagliari (Palazzetto dello sport) e Pescara (stadio Adriatico)? Inchiesta esclusiva di CosmoPolis sull’assegnazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel nostro Mezzogiorno
Doppie misure (delle volte anche triple, con annesso salto carpiato) e incongruenze a iosa. L’assegnazione delle risorse del Pnrr rischia di divenire il Terzo segreto di Fatima: pochi sanno, pochissimi agiscono, molti immaginano. La grande stampa, ma anche la piccola e piccolissima, l’informazione che non informa ma deforma, diviene complice di questo stato di cose. Rivolge le proprie attenzioni al nulla e perde di vista il tutto. A come veste – tra l’altro malissimo – la nuova segretaria del Pd. A riproporre lo schema fascismo/antifascismo sino alla definita – e ormai completa – rottura dei cabbasisi. All’incoronazione, dopo le incornature senza pentimento, di Re Carlo. Nel frattempo, però, il mondo scorre veloce come i titoli di coda di un film muto. Gi affari si continuano comunque a realizzare. E, per esempio, sui 700 milioni che il Dipartimento dello Sport dovrebbe assegnare ai comuni del Mezzogiorno, così come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, più di qualcosa non torni. Il cronoprogramma del Piano, infatti, prevedeva che queste risorse fossero assegnate entro il primo trimestre del 2023. Operazione che è stata portata a compimento solo con un decreto ministeriale emanato il 22 marzo – e un altro il 27 – dello stesso mese. Con un bando pubblico, insomma, rimasto aperto appena 4 giorni, dal 13 al 17 marzo, per la necessità di rispettare la scadenza trimestrale. Perchè? Un altro elemento che colpisce riguarda il fatto che, salvo il caso di impianti sportivi di particolare interesse per le federazioni nazionali, la quota rilevante di questi investimenti è stata assegnata ai comuni capoluogo di provincia. Una scelta, questa, che penalizza tutti i piccoli centri. Quelli, per intenderci, con un popolazione inferiore ai 10 mila abitanti: la stragrande maggioranza delle municipalità in Italia. Una criticità a cui si è cercato di rimediare in extremis con l’avviso sopra richiamato. Peccato, però, che in soli quattro giorni di evidenza pubblica si possa fare molto poco se non niente. Un ultimo elemento da rilevare riguarda il fatto che senza quest’ultimo avviso, di pertinenza esclusiva dei comuni del Mezzogiorno, la riserva del 40% prevista per tutti gli investimenti del Pnrr non sarebbe stata raggiunta. Gli interventi del Piano che puntano a favorire la pratica sportiva, anche con finalità d’inclusione sociale, sono sostanzialmente due. Il primo è di competenza del ministero dell’Istruzione e riguarda la costruzione di nuove palestre scolastiche o il potenziamento di quelle esistenti. Il secondo, invece, è di competenza del dipartimento per lo Sport. Questa misura punta ad incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione – e la rigenerazione – d’impianti sportivi che favoriscono il recupero di aree urbane. I lavori di ammodernamento dello stadio Adriatico di Pescara, la costruzione del Palazzetto dello Sport a Cagliari, rientrano in questa seconda tipologia d’intervento. Ci sia consentito, a tal proposito, un piccolo inciso di carattere localistico. Perché non si è replicata la stessa operazione compiuta nella città abruzzese, e in quella sarda, anche a Taranto con lo stadio Iacovone? Un impianto, corre ricordare, che non rientra nelle opere finanziabili con le risorse destinate ai Giochi del Mediterraneo. Una ragione in più per inserirlo in altri ambiti di economia pubblica, senza la necessita d’inseguire fantasiosi – e poco comprensibili – propositi di finanza di progetto. Speriamo che l’ormai imminente nomina del commissario possa fare chiarezza anche su questo aspetto oltre che su tutto il resto. Roma, Genova e Cagliari sono le città che riceveranno più fondi rinvenenti dal Pnrr per lo sport. Quando la confusione è tanta, i furbi occupano la scena. E Piazza Affari diviene la borsa nera delle nostre coscienze clandestine.