di Angelo Nasuto
Il caso Movimento Cinque Stelle a Massafra. Tra le imminenti elezioni amministrative e i valori di un tempo riposti nel cassetto
Il gruppo del Movimento 5 Stelle a Massafra arriva alle elezioni comunali nel bel mezzo di una guerra fratricida interna. Questa guerra nasce in ambito nazionale, da quando Giuseppe Conte ha preso in mano da leader il Movimento, dopo l’assemblea tenutasi a Roma a novembre scorso, quando gli attivisti hanno deciso che l’ex Presidente del Consiglio avrebbe preso le redini dei pentastellati con la definitiva uscita di scena di Beppe Grillo.
Da qui è nata una nuova associazione politica, i Figli delle Stelle, i quali da nostalgici del comico genovese hanno sancito la totale spaccatura tra il Movimento, per così dire “ufficiale”, e questi ultimi che rimproverano a Conte e company di aver tradito gli ideali fondativi del gruppo politico. Poi però, tra le varie diatribe di tutta la penisola italiana, la questione ha investito anche il gruppo territoriale di Massafra, dove esisteva una compagine molto coesa riunita intorno al nome di Gaia Silvestri, l’ex consigliera comunale che si era candidata a sindaco (poi eletta consigliere) alle ultime elezioni amministrative del 2021. Ma la coesione, appena dopo la scissione a Roma e l’abbandono del fondatore storico del Movimento, è andata in frantumi.
Ora però il coinvolgimento locale nella guerra investe in prima persona il turno elettorale nella Tebaide, dove nonostante tutto compare la lista 5 Stelle, grazie all’opera di ricostruzione del gruppo di un decano della politica massafrese, l’ex sindaco Giuseppe Cofano, primo cittadino per buona parte degli anni ’90, il quale ha posto l’obiettivo di riformare il gruppo territoriale e comporre la lista di ventiquattro nomi per competere alle imminenti elezioni. In questa lista da tempo è stato posto un problema importante: ci sono due candidati con condanne alle spalle. E questo è in palese violazione del Codice etico del Movimento. Tale fatto è stata evidenziato proprio dal gruppo massafrese dei Figli delle Stelle che rivendicano a chiare lettere come ora il Movimento abbia tradito in toto i veri ideali originari, giurando guerra aperta perché non condividono tale percorso politico. Tra questi uno dei più attivi, che poi risulta essere ancora rappresentante del gruppo territoriale massafrese, è Marco De Bartolomeo, mosso a suo dire solo da intenti puramente politici e di trasparenza democratica.
La vicenda di Massafra ha avuto un’eco importante, perché più volte riportata da testate nazionali, con commenti al vetriolo e attacchi incrociati da entrambe le parti. A proposito di consensi il responsabile del gruppo territoriale Sara Enea, nonché una dei due candidati ad aver subìto una condanna (sanzione pecuniaria) ha dichiarato che non teme un calo di consensi perché sostiene l’autenticità dello spirito politico della propria lista, motivato da una spinta verso il bene comune. Per dovere di cronaca la sanzione pecuniaria subìta dalla Enea fu dovuta alla mancata osservanza della disposizione del giudice, che aveva disposto il trasferimento del figlio al suo ex coniuge; ma in quella circostanza il bambino aveva febbre alta e sua madre si oppose. Ora, vicende personali a parte, la questione è diventata politica: da una parte gli ortodossi della dottrina politica dei 5Stellle, fuoriusciti dal Movimento e nostalgici della prima ora e dei princìpi fondativi iniziali. Dall’altra chi vuole continuare a militare in quello che è diventato una sorta di partito col suo leader Conte. Senza pretendere di poter dirimere la diatriba o valutare chi sta dalla parte della ragione, la domanda è: nonostante tale divisione interna, l’esito elettorale sarà inficiato da questa guerra?