Melucci vorrebbe il suo capo di gabinetto come futuro sindaco di Taranto. Replicare, insomma, lo schema di Bari. Qualcuno avverta l’assessore Ciraci. La nostra staffetta della 2×100 metri potrebbe regalarci l’oro
Ci siamo sempre noi per il dopo di noi. In altro modo. Con altre figure (e figurine). Nello spazio immortalato dallo scorrere del tempo la scelta si conserva e si auto-preserva. Come quel tram chiamato desiderio, la nostra corsa sembra finire con un nuovo inizio. Arrestarsi perché possa ripartire subito dopo. La politica, che è vita all’ennesima potenza, non sfugge a questo schema. E abbraccia uno stilema comportamentale che diviene ricerca parossistica di se stessi – e dei propri simili. Taranto vorrebbe replicare l’esperimento riuscito a Bari solo qualche settima fa. Scopiazzare l’eventuale, il presumibile, il furbo tatticismo, perché lo stesso possa restituirsi come singolare – e originale – soluzione. Far eleggere sindaco chi, in precedenza, in un’altra vita, era stato capo di gabinetto del sindaco. Quindi: dopo Decaro, Leccese; dopo Melucci, Marraffa. Semplice, no? Semplicissimo. Più semplice di così si muore. Piccolo particolare: nonostante gli arcana imperii, i segreti del potere che solo il potere conosce, le decisioni in democrazia vengono ancora effettuate dai partiti e ratificate dagli elettori. Il sindaco di Taranto parlerebbe di questa possibilità con chiunque, ormai: negli incontri riservati con alcuni amici imprenditori, nei passaggi istituzionali con il Prefetto. Cercherebbe consensi per qualcosa della quale, in realtà, non frega niente a nessuno.
Gli innamoramenti ideali sono personali per fortuna, quando divengono collettivi possono trasformarsi in farsa. Se non addirittura in tragedia, come si è incaricato d’insegnarci il Novecento: “il secolo breve” di Eric Hobsbawm, con i suoi nefasti totalitarismi. Dopo Melucci, quindi, Marraffa. La staffetta ideale (e riveduta) della 2X100 metri in grado di far guadagnare loro più che farci guadagnare l’oro. Qualcuno avverta l’assessore Ciraci, un altro che da grande vorrebbe fare il sindaco. Dal gabinetto sindaco al sindaco il passo è breve, brevissimo. C’entra la semantica. E’ facile: basta togliere la parola gabinetto perché l’esperimento possa dirsi riuscito.