sabato 27 Luglio 24

La sinistra ambidestro

Il Pd che domani conoscerà il suo nuovo segretario preferisce occuparsi dell’identità sessuale fluida in luogo di salari, di cultura e sanità pubblica. E’ schiavo – e soggetto legittimante – del politicamente corretto. Una sorta di ideologia del rincoglionimento generale

Non è riformista. Non è massimalista. Non è socialdemocratica. Non è liberalsocialista. Non è cattocomunista. Non è di sinistra. Non più, ormai. Non è niente con la pretese di essere tutto il Partito Democratico. La Ditta, come ebbe a ribattezzarla Bersani qualche anno fa, domani eleggerà il suo nuovo segretario. Dirigenti, iscritti e simpatizzanti celebreranno l’epifania delle primarie aperte. Cioè: destinate all’intero scibile umano. Urbi et orbi. La svolta di un progressismo ambidestro, capace di calciare la palla delle idee con l’uno e l’altro piede, senza mai sospingerla in rete, in realtà non è una svolta. Una sterzata, semmai. L’abbrivo, forse, prima della disperazione. La curva a gomito che precede lo smarrimento ideologico. Il Pd che non ha più un popolo di riferimento chiama a raccolta il popolo per allontanare lo spettro della sua definitiva decadenza. Di una disfatta senza alibi certi. Studi interessanti, condotti dalla scienza sociologica, certificano lo spostamento verso i partiti di destra dei ceti popolari e più poveri della nostre società. Non solo in Italia, per la verità. Quella che un tempo si chiamava classe operaia vota, da anni ormai, dall’altra parte. Non affida più alla sinistra – e ai suoi rappresentanti – le speranze di un proprio riscatto. Considera guasto per sempre l’ascensore sociale. La fatica del merito in grado di azzerare, e ribaltare, le disuguaglianze iniziali. Questa sinistra, quella che il Pd dice a parole di voler rappresentare, dando alla stessa opportunità di successo elettorale nell’anno che verrà, ha sacrificato i diritti sociali per votarsi unicamente a quelli civili. Agli aumenti dei salari, ad una istruzione pubblica che trasmetta cultura senza distinzione alcuna, la vera leva dell’emancipazione umana secondo l’insegnamento di Gramsci, ad una sanità pubblica che liberi dal bisogno, a Milano così come a Trapani, preferisce l’identità sessuale fluida. Alla libertà d’opinione antepone la tagliola censoria del politicamente corretto. Una sorta di babele dell’inettitudine. Qualcosa in grado di farti nascere stupido e morire cretino. Il Pd c’entra poco con la sinistra. La sinistra c’entra pochissimo con la sinistra. Le primarie (sotto la soglia minima di un milione di partecipanti, scatterà il semaforo verde dell’insuccesso) replicano il rito laico dal moto inerziale. “Scrivo per vendicarmi di essere nato”, amava ripetere Pirandello. Il massimo del minimo. Sempre meglio, comunque, che mettersi in fila per guadagnare l’ingresso in un gazebo.

 

 

 

 

 

 

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