Il primo cittadino in una video intervista interviene sui temi caldi del dibattito. “Qualcuno specula sulla libertà di fare scelte”. Sull’ex Ilva: “Necessario Accordo di Programma per convertire tecnologicamente la fabbrica”. In merito alla possibile candidatura alle Europee: “No, sono stanco della politica”
“Temo che siamo al punto che avevamo preconizzato già molti mesi fa. Dopo l’ultimo decreto di quest’estate siamo stati esautorati anche dai poteri d’intervento in ambito sanitario, ma restiamo preoccupati. Quella fabbrica così com’è non ha alcun senso, non ha nessuna utilità per il territorio e credo che stia generando danni”. Queste le parole del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci a proposito della vertenza ex Ilva e della precaria situazione economico finanziaria dello stabilimento oltre che della irrisolta questione ambientale.
“Avevamo già proposto, in coerenza con quello che mi piace definire ‘Piano Bernabè’, una via di fuga per continuare a produrre, produrre meno, con i forni elettrici, con l’alimentazione ad idrogeno, quindi senza emissioni, mettendo sul tavolo a disposizione anche gli importanti fondi europei che oggi ci sono e non so se torneranno in futuro, per ricollocare tutte le maestranze nel quadro della transizione giusta che il territorio sta affrontando. – sottolinea il primo cittadino – Non siamo stati ascoltati. Serviva e serve ancora un Accordo di Programma che può realizzare solo lo Stato in un percorso medio lungo, da qui a un decennio, per convertire tecnologicamente la fabbrica e ridimensionarla. Se manca questo presupposto coraggioso di lunga prospettiva con i fondi europei e con un’intesa formale con la comunità, – aggiunge – non vedo via di fuga”.
Melucci teme per gli impianti di Taranto la stessa sorta capitata a quelli di Bagnoli. “Ad oggi, non siamo i protagonisti del tavolo, non c’è neanche un tavolo. – prosegue il primo cittadino – Confido che il governo comprenda che le indicazioni che sono state trasmesse tempo addietro dagli enti locali, inclusa la Regione, siano indicazioni di buon senso, addirittura che tendano a ridare competitività a un settore strategico per il Paese. Se manca questo ragionamento d’insieme, se manca il dialogo con la comunità e se si continua a gestire la vertenza come se fosse una vertenza meramente sindacale, tutta come fondata sul ciclo a carbone, non sappiamo come aiutarli e temiamo il peggio”.
In merito al passaggio nell’organico di Italia Viva, Melucci fa chiarezza: “Io sono il sindaco di Taranto, eletto dai cittadini con il 61% secondo il programma che stiamo rispettando alla lettera. – ribadisce – Il PD mi ha chiamato da civile, non vengo da una storia politica strutturata. Italia Viva era già candidata con noi in coalizione nel 2022, quindi non ci sono particolari novità sul tema. Qualcuno specula sulla libertà di un sindaco di poter fare politica, di cercare motivazioni per i propri obiettivi personali, per beghe di partito, ma noi dobbiamo occuparci della città”.
Il primo cittadino sottolinea l’impegno di Italia Viva in direzione della decarbonizzazione dell’ex Ilva. “Matteo Renzi, presidente neoeletto dall’assemblea nazionale di Italia Viva, ha dichiarato che certi errori sono stati commessi nei confronti di questa comunità in passato e che bisogna decarbonizzare. Entro nella cabina di regia per orientare nella direzione della transizione giusta le politiche di un partito nazionale che comunque sta giocando una partita importante nello scenario italiano ed europeo. A me sembra che questo significhi rimettere Taranto al centro dell’agenda parlamentare, di Governo ed europea – aggiunge – attraverso uno spazio per me più coerente, più accessibile, quello che non riuscivo ad esprimere con il Pd”.
Sulla sua possibile candidatura alle prossime elezioni europee, Rinaldo Melucci smentisce in modo secco. “Assolutamente no. Sono già abbastanza stanco della politica.”


