Per il sindaco di Taranto c’è un’alternativa in chiave di sostenibilità, anche se costosa, e deve trovare spazio in un accordo di programma
“Sì, sarei pronto a rifare l’ordinanza perchè ogni volta che c’è un picco di emissioni, questo colpisce la salute dei più piccoli e dei più fragili”. Lo ha detto il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, rispondendo questa mattina, alla commissione Industria del Senato in audizione sul decreto legge numero 2 del 2023 (misure per i siti strategici nazionali), a chi gli ha chiesto se rifarebbe un’ordinanza di chiusura dell’area a caldo dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, come già fatto a febbraio 2020. Ordinanza validata dal Tar di Lecce ma poi stoppata a giugno 2021 dal Consiglio di Stato.
“Vanno contemperate – secondo il sindaco – in un equilibrio, le esigenze dell’impresa e della produzione ma dopo anni di ingiuria all’ambiente, questo equilibrio non può pendere solo per la produzione. La libertà di impresa, alla luce delle novità introdotte nella Costituzione, ma a condizione che non crei danni alla salute della persone e a Taranto questi danni sono conclamati”. Per il sindaco di Taranto, “un’alternativa in chiave di sostenibilità c’è, è costosa, e deve trovare spazio in un accordo di programma”. Se il Governo, ha concluso Melucci, non andrà verso questa direzione, cioè verso un acciaio green, con forni elettrici e decarbonizzazione, “noi saremo costretti a radicalizzare le nostre posizioni”. (AGI)