Difficile che il consigliere Abbate possa più fare il presidente del Consiglio comunale al posto di Bitetti. Colui che voleva l’Ilva chiusa e un seggio in maggioranza è, ormai, retrocesso nel suo avanzamento numerologico a diciottesimo della compagnia. Si eclissa, subito dopo essere nata, la stella del non-firmamento della politica tarantina
Sedotto e abbandonato. Dopo la mancata firma dal notaio, è stato un (de)crescendo di successi. Il progressivo opacizzarsi di una stella rivelatasi un buco nero. Senza luce. Più brillantina che brillantezza. Una volta servito alla causa, evitato lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Taranto, salvato Melucci che aveva già riordinato la valigia con gli arnesi del provetto politico, non si sa più cosa farsene di lui. Come i numeri della riffa, con l’alea che accompagna ogni estrazione, il diciassette ha cambiato ruota. Spostato il suo raggio d’azione. Migrato dalle parti del consigliere Mele. E abbandonato, definitivamente, il pari grado: Luigi Abbate. Retrocesso nel suo avanzamento numerologico a diciottesimo della compagnia. Con lui o senza di lui alla fine, con chi voleva l’Ilva chiusa e un seggio in maggioranza, la lotta delle magliette indossate con il governo del gettone di presenza, la legislatura non è a rischio. Non più. E quanto (forse) promessogli, ossia la presidenza del Consiglio comunale al posto di Bitetti, difficilmente potrà più concretizzarsi d’ora in avanti.
Alcune indiscrezioni non di nuovissimo conio, vedono le quotazioni di Francesco Cosa in rialzo per questo ruolo. Anche, se lo stesso esponente di “Svolta liberale”, ha più volte negato un’eventualità del genere nel recente passato. Staremo a vedere. La maggioranza indossa una taglia più grande di quella esibita durante la prova costume. Di questo si è ormai certi. Le dichiarazioni rese l’altro ieri, dal consigliere Battista della Lega, ad una tv barese stanno a testimoniarlo. Ci sono settori dell’attuale opposizione divenuti, di fatto, maggioranza. E’ la destra della sinistra. Oppure la sinistra della destra. In ambedue i casi, non c’è più spazio per Abbate. La stella del non-firmamento della politica tarantina.