sabato 3 Maggio 25

Quarantaquattro gatti in fila per due col resto di niente

Comune o Provincia, quale dei due enti potrebbe accogliere Gugliotti come nuovo direttore generale? Annullata in maniera definitiva la conventio ad excludendum verso i 17 “traditori” della scorsa legislatura. Taranto sempre più in linea con il modello Nicaragua: una democrazia che insegue il sogno della Repubblica delle banane

Se non è zuppa e pan bagnato. Se non troverai Achille cerca pure Ulisse. Se non si potrà nominare l’ex sindaco di Castellaneta, direttore generale al Comune, lo si promuova in Provincia. Ci pensate: un ex presidente di un ente che torna, nel medesimo ente, come alto dirigente. Con chiamata diretta, senza passare attraverso alcun concorso. E, il tutto, nel volgere di pochi mesi da un incarico all’altro. Siamo il Nicaragua d’Italia, una repubblica delle banane, l’emblema di una democrazia trasformata ormai in ridotta degli stracavoli propri. Se tutto ciò dovesse realizzarsi, non soltanto la maggioranza che attualmente governa a Palazzo di Città – e a Palazzo di Governo – cesserebbe di esistere ma, la stessa opposizione, abdicherebbe al proprio ruolo per manifesta inconsistenza. E, in egual misura, potrebbe dirsi annullata in maniera definitiva la conventio ad excludendum, già parecchio affievolita, lanciata contro i 17 “traditori”: i firmatari della mozione di sfiducia nella scorsa legislatura. Tutti uguali a tutti, quindi. Evviva la coerenza: tanto degli uni quanto degli altri. Niente più fatwa verso i nemici di ieri divenuti, nel frattempo, gli amici di oggi. Taranto sogna l’unanimità, la curva estrema prima del burrone per una democrazia che suole ancora definirsi liberale. Era necessario che Melucci coltivasse l’idea di candidarsi alle europee perché venisse giù il mondo? E la città dei due mari si sentisse sempre più ostaggio del particolare che poco c’entra con il bene comune.

 

 

 

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