Sfiduciare Bitetti, nominare al suo posto Abbate. Farlo prima della pausa estiva, già la prossima settimana ove possibile. Il Consiglio comunale di Taranto si prepara a regalarci momenti di altissima politica. Il nostro New Deal in salsa jonica
Calendarizzare i lavori del Consiglio comunale. Portare in Aula prima della pausa estiva, già la prossima settimana se fosse possibile, la mozione di sfiducia al presidente dell’Assemblea: Piero Bitetti. Sostituire lo stesso con il consigliere comunale, Luigi Abbate. L’oppositore, l’urlatore un tanto al chilo, l’indossatore prêt-à-porter di magliette fatte realizzare in serie, l’avversario più partenopeo del sindaco di Taranto, divenuto oggi suo fedelissimo. Più melucciano dello stesso Melucci. Cosa sia in grado di fare un mancato appuntamento dal notaio rappresenta un arcano che, noi umani, non potremo mai capire.
La politica tarantina ragiona per piani sequenza. Una sola ripresa, senza soluzione di continuità. Siamo al cinema e alle sue tecniche di racconto dell’esistente. Al cinematografo, a voler essere più precisi. Taranto, nel frattempo, neanche tanto lentamente, scivola in un cono d’ombra. Eclissata senza essere stregata da nessuna luna. Acefala. Sgraziata. Isolata. Impossibilitata nel costruirsi rapporti ai diversi livelli istituzionali. Ma avremo Abb(i)ate pietà di noi presidente del Consiglio comunale, vuoi mettere.