di Emanuela Perrone
Dopo mesi di commissariamento e in un clima di forte incertezza, Taranto si prepara a eleggere il nuovo sindaco. Un passaggio cruciale per il futuro politico, economico e sociale della città
Con la conclusione della campagna elettorale, Taranto si appresta a tornare alle urne domenica 25 e lunedì 26 maggio per scegliere il nuovo sindaco e la nuova amministrazione comunale. Un passaggio elettorale cruciale, che arriva a pochi mesi dal commissariamento e in un momento particolarmente delicato per la città, stretta tra emergenze e grandi opportunità da cogliere.
Sei i candidati in corsa (Annagrazia Angolano, Piero Bitetti, Mario Cito, Mirko Di Bello, Luca Lazzaro, Francesco Tacente), ciascuno con un programma e una visione di sviluppo per un territorio che pretende risposte concrete. La campagna elettorale si è svolta in tempi estremamente rapidi, ma non per questo è stata priva di contenuti. Al contrario, sono stati affrontati numerosi temi chiave per il futuro della città: dalla transizione ecologica alla mobilità, dalla rigenerazione urbana al sostegno al lavoro e al welfare.
In cima all’agenda politica dei candidati sindaco si è inevitabilmente imposto il nodo Ilva e la questione ambientale, anche e soprattutto dopo il recente incendio all’interno dello stabilimento e nel pieno di una fase di acquisizione societaria ancora in corso. La cittadinanza chiede chiarezza sul destino dello stabilimento, sulla tutela della salute pubblica, sulla salvaguardia occupazionale e sulla possibilità di ripensare, finalmente, il modello economico della città.
Non meno importante, sarà gestire gli importanti flussi di finanziamento pubblico, sia a livello nazionale che europeo che arriveranno su Taranto e organizzare eventi strategici come i Giochi del Mediterraneo del 2026, un’occasione irripetibile per rilanciare l’immagine e l’economia della città. Appuntamento che Taranto non può permettersi di fallire.
Come spesso accade in campagna elettorale, non sono mancate le promesse, ma è emersa anche una nuova tendenza comunicativa: gli inviti a “prendere una birra con il candidato”. Un linguaggio informale, un tono conviviale, probabilmente pensato per avvicinare i più giovani alla politica. E in una città dove l’astensionismo rischia sempre di essere il vero vincitore, ogni mezzo sembra lecito per provare a invertire la rotta.
La comunicazione politica, del resto, è profondamente cambiata con l’avvento dei social network: dirette streaming, post virali e storie Instagram sono diventati strumenti essenziali per intercettare il consenso, spesso a scapito dei tradizionali comizi nelle piazze, ormai sempre meno frequenti. Quest’anno solo due candidati hanno scelto di concludere la campagna con il classico intervento pubblico: gli altri hanno preferito organizzare incontri nei propri comitati elettorali o eventi conviviali nei locali cittadini.
Il voto che attende Taranto non è solo un passaggio amministrativo ma determinerà il futuro della città. Alla nuova amministrazione spetterà il compito di ricostruire un rapporto di fiducia con la cittadinanza e di offrire risposte all’altezza delle attese.
Per questo motivo, la prossima amministrazione dovrà avere come fine ultimo il rilancio reale e duraturo del territorio, anteponendo sempre l’interesse collettivo a quello delle singole forze politiche. A Taranto non basta più una gestione ordinaria: serve una visione, una guida autorevole, capace di affrontare con competenza le sfide future.