L’onorevole ex Margherita promosso nella veste di consulente del sindaco Melucci. Questo è quanto c’è scritto nell’atto di nomina firmato questa mattina. Tutto il resto, ciò che conta realmente, ve lo racconta CosmoPolis
Torna a casa, Lassie. Pardon: Pelillo. Sta casa (comunale) aspetta a te. L’onorevole ex Margherita, il già responsabile senza portafoglio dell’azienda ospedaliera “San Cataldo” mai realmente nata, viene promosso nella veste di esperto. Di consulente che consiglia e suggerisce a titolo gratuito. Dello stratega che cura con le medicine dell’ascolto e delle parole non urlate i mali di un Consiglio comunale che ricorda sempre più l’Armata Brancaleone di Monicelli. Supporterà il sindaco di Taranto nell’azione amministrativa rivolta ai grandi progetti. Lo aiuterà per quel che concerne la ricerca di fondi regionali ed europei. Offrirà la propria esperienza perché gli obiettivi di questa legislatura possano essere centrati. Tutte cose molto nobili ma, chi fa politica, gli addetti ai lavori, coloro insomma che non portano l’anello al naso, sanno molto bene non essere del tutto vere.
Le ragioni della scelta operata questa mattina risiedono altrove. Nelle consultazioni europee e provinciali del prossimo anno, per esempio. Nell’assenza sempre più rumorosa di Melucci dalle parti di Palazzo di Città perché, tra fare il sindaco e il presidente dell’ente di via Anfiteatro, Rinaldo in campo si sente più a sua agio nella seconda che hai detto (e scritto). Pelillo, insomma, dovrà bilanciare questo disequilibrio. Stabilizzare le fibrillazioni continue. Arginare l’improvvisazione divenuta sistema e atteggio tronfio. Farlo prima che sia troppo tardi, prima che si arrivi in ordine sparso ai prossimi appuntamenti in cabina elettorale.
L’atto di nomina firmato questa mattina a Palazzo di Città, in fondo, chiude un cerchio. E’ la richiesta di un aiuto estremo. Fu proprio Pelillo a dare l’assenso anni fa alla candidatura di Melucci, quando gli fu proposta da un’entusiasta Musillo nelle vesti di politologo della domenica. Sappiamo tutti com’è andata a finire. Tornare indietro quando procedere in avanti non si può, è una scelta a suo modo intelligente. Il massimo del minimo che ci è dato avere in questo particolare frangente storico.


