martedì 22 Ottobre 24

Via del Mare? No, via dallo Iacovone

Sticchi Damiani vuole mettere soldi propri per ammodernare lo stadio di Lecce. E farsi trovare pronto per i Giochi del Mediterraneo di Taranto. Più di qualcosa non torna. Più di qualcosa sembra sfuggire di mano. La locale classe dirigente, naturalmente, dorme

Via del Mare? No, via dallo Iacovone. Questione di preposizioni articolate che differiscono nella grammatica dei segni. Che spostano di un centinaio di chilometri i valori in campo. Gli stadi nei quali disputare le competizioni sportive. Il peso – e gli appetiti – di una politica dalle geometrie variabili. L’idea di un Grande Salento espressione geografica senza nerbo culturale. Taranto ospiterà i prossimi Giochi del Mediterraneo, ma sono gli altri a sfregarsi le mani. A fiutare l’affare. A calcolare il tempo che ci vorrà ancora da qui al 2026. Che ci vorrà per fare cosa? Per sfruttare le debolezze progettuali di Taranto, le sue afasie programmatiche, l’inconsistenza di una classe dirigente di ripetenti, e portare a casa un risultato insperato. Da 2 fisso. Da squadra corsara in trasferta. Leggere tra le righe per capire cosa va prendendo forma. Nei giorni scorsi, il presidente Sticchi Damiani, il numero uno del Lecce calcio, ha dichiarato  la sua volontà – e quella dei soci che lo affiancano – di avviare i lavori di ammodernamento dello stadio Via del Mare. “Ci accolliamo questo ulteriore peso economico, anche se non spetterebbe a noi farlo – ha dichiarato il massimo dirigente giallorosso – perché vogliamo essere pronti, cogliere l’occasione dei Giochi del Mediterraneo”. Cioè? In che senso? Ma di quali Giochi parla? Le partite di calcio dovrebbero tenersi, sino a prova contraria, nello stadio della città che ospita i Giochi. A Taranto e non a Lecce. Colorare la festa dei popoli mediterranei con le cromature del rosso e del blu in luogo del giallo e del rosso. C’è più di qualcosa che non torna in tutta questa storia. Non ci convince la scelta di Sannicandro come direttore dei Giochi. Le parole vuote e i fatti vacui di cantieri chiusi e di un’impiantistica sportiva inesistente. I ritardi che preparano la strada ad altri ritardi. La debolezza di Taranto che rende forti quanti di Taranto poco s’importano. Chi ha orecchie per intendere intenda. Via del Mare? No, via dallo Iacovone.

 

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