sabato 19 Aprile 25

Accordo ex Ilva: “Un passo avanti, ma non risolutivo”

I sindacati: “Messo in sicurezza il reddito dei lavoratori, ma a Palazzo Chigi chiederemo garanzie su occupazione e presenza dello Stato”

È stato firmato al Ministero del Lavoro l’accordo sulla proroga della Cigs per Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria, con una significativa riduzione del numero dei lavoratori coinvolti, che scende a 3.062 unità rispetto ai 3.420 iniziali.

Fim Cisl: “Continuità alle tutele previste”

“La conferma dell’accordo, oltre a mettere in sicurezza i lavoratori e il loro reddito, ci consente di proseguire in un solco di relazioni industriali che saranno fondamentali per la costruzione di un accordo sindacale in vista della cessione alla nuova proprietà”, hanno dichiarato Valerio D’Alò e Biagio Prisciano, rispettivamente segretario nazionale e segretario generale Fim Cisl Taranto Brindisi. Per il sindacato, l’intesa raggiunta rappresenta un passaggio importante che garantisce continuità alle tutele già previste, come l’integrazione salariale al 70% e il sistema delle rotazioni.

L’accordo include anche un premio di produzione sotto forma di welfare aziendale, che sarà erogato al raggiungimento di obiettivi produttivi entro fine 2025. Una misura che i sindacati hanno accolto positivamente, pur avendo ottenuto una revisione al ribasso delle soglie originariamente proposte dall’azienda.

Fiom-Cgil: “Importante ma non risolutivo”

La Fiom-Cgil, attraverso le parole di Loris Scarpa, Francesco Brigati e Federico Porrata, ha definito l’accordo “importante ma non risolutivo”, ponendo già l’attenzione sul prossimo appuntamento di martedì 11 marzo a Palazzo Chigi: “La convocazione dell’incontro è un importante risultato ottenuto dal sindacato, che riporta al centro i lavoratori nella discussione sul futuro degli stabilimenti dell’ex Ilva”.

In vista di questo appuntamento cruciale, la Fiom-Cgil ha già chiarito la propria posizione sulla vendita dell’azienda: “Occorre garantire tutta l’occupazione, l’integrità del gruppo siderurgico e la presenza in equity nel capitale da parte dello Stato”. Una richiesta netta che pone al centro la questione della partecipazione pubblica come elemento imprescindibile per il futuro dell’acciaieria.

Nonostante il clima descritto come di “rasserenamento”, i sindacati non nascondono le preoccupazioni per il ritardo nel piano di ripartenza, evidenziato dagli stessi dati forniti dall’azienda. La revisione degli obiettivi produttivi, scesi da 5 a 4 milioni di tonnellate, testimonia le difficoltà che ancora persistono nel rilancio dell’ex Ilva, la cui vertenza mantiene un ruolo centrale nel panorama industriale italiano.

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