Giovanni Maiorano, vicecoordinatore provinciale di Fratelli d’Italia: “Il governo si costituirà parte civile nell’eventuale processo a difesa dell’agente aggredito, ma il problema del sovraffollamento non è più rimandabile”
“Avevamo già segnalato la pericolosità di questo detenuto. Davvero incomprensibile il trasferimento di questo ergastolano che non sarebbe dovuto venire a Taranto presso una Casa Circondariale ma doveva essere associato ad una Casa di Reclusione”.
E’ quanto afferma il segretario generale della Funzione Pubblica CGIL Taranto, Mimmo Sardelli, dopo l’episodio di aggressione di ieri mattina nel carcere di Taranto, da parte di un detenuto ergastolano che ha fratturato la mascella a un poliziotto in servizio.
“Il detenuto, già protagonista di numerose aggressioni contro il personale di Polizia Penitenziaria, era stato trasferito a Taranto più di un mese fa dalla regione Campania, malgrado questa casa circondariale sia una polveriera” – dichiara Luca Lionetti Dirigente sindacale FP CGIL Polizia Penitenziaria Taranto.
“Il carcere di Taranto, intitolato a “Carmelo Magli”, poliziotto penitenziario ucciso nel 1994 in un agguato mafioso, è uno dei più sovraffollati d’Italia e dovrebbe ospitare 500 detenuti mentre ora ne contiene circa 800, con un corrispettivo tasso di affollamento del 157% – spiega Mirko Manna responsabile nazionale della FP CGIL Polizia Penitenziaria, che già a febbraio scorso aveva fatto visita al carcere di Taranto – Rispetto a gennaio 2022, ha visto un incremento di 150 detenuti in più che corrispondono ad un incremento di oltre il 23%. Inoltre, sembrerebbe che il trasferimento sia stato di fatto motivato per permettere al detenuto un’occasione di lavoro per aiutarlo nel suo cammino di recupero alla società civile. Urgono immediate spiegazioni da parte del DAP e del PRAP su questo trasferimento e preannunciamo uno stato di mobilitazione del personale per un altrettanto immediato sfollamento dell’Istituto”.
Intanto l’onorevole Giovanni Maiorano, membro della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati e vicecoordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, ha precisato che “il governo si costituirà parte civile nell’eventuale processo a difesa dell’agente aggredito, ma ritengo non più rinviabile la necessaria attenzione da parte di tutte le istituzioni, a cominciare da quelle locali, che non possono più girare la testa dall’altra parte fingendo che il carcere sia una comunità lontana o estranea dalle mura cittadine e dalla società”.