Gli esiti del primo test Ocse-Pisa (Programme for international student assessment), somministrato dopo la fase pandemica, mostrano un calo generalizzato a livello mondiale del livello di competenza tra gli studenti. Per l’Italia le maggiori criticità riguardano la matematica. Il dato di Taranto. E una “Questione meridionale” che resiste, e acuisce la distanza tra le due aree del Paese, anche per quel che concerne i livelli di conoscenza
Il primo test Ocse-Pisa dopo la pandemia ha indicato un crollo delle competenze a livello internazionale. Per il nostro Paese le maggiori criticità riguardano le conoscenze matematiche. Continuano a pesare i divari interni, che restano il vero problema nazionale. E sono alla base del ritardo rispetto ad altre realtà. Fin dalle prime settimane di pandemia, nel 2020, una delle questioni più dibattute è stata come avrebbe inciso l’emergenza sulle competenze e gli apprendimenti degli studenti: in Italia e nel mondo. È ad esempio risultato da subito evidente come la didattica a distanza, pur avendo consentito di proseguire le lezioni in un contesto di emergenza, abbia posto la questione delle disuguaglianze sociali (e digitali) tra gli alunni. Gli esiti del primo test Ocse-Pisa (acronimo di Programme for international student assessment) somministrato dopo la fase pandemica mostrano un calo generalizzato a livello mondiale del livello di competenze tra gli studenti, in tutti e 3 gli ambiti monitorati: lettura, matematica e scienze.
Per l’Italia il quadro è più in chiaroscuro: rispetto al 2018 il risultato degli studenti italiani è stabile in lettura, in crescita nelle scienze, in calo in matematica. Affligge il nostro Paese la permanenza di ampi divari territoriali nell’acquisizione delle competenze minime. Altre rilevazioni internazionali avevano già indicato un calo negli apprendimenti degli studenti durante il periodo analizzato. Ad esempio, l‘indagine Iea-Pirls sulle capacità di lettura tra i bambini di 9-10 anni aveva fatto emergere un calo in ventuno Paesi su trentadue tra 2016 e 2021. Tuttavia, era molto alta l’attesa per i risultati dei test Pisa 2022. Per accuratezza della rilevazione, numero di nazioni coinvolte (oltre 80) ed estensione degli aspetti analizzati, rappresenta il più ampio studio comparativo nel campo dell’educazione.
Nel dicembre scorso Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che cura l’indagine, ha rilasciato i nuovi dati sulle performance di quasi 700.000 studenti 15enni – la fascia usualmente d’età indagata dalla rilevazione – da 81 diversi Paesi ed economie in lettura, matematica e scienze. 10.552 studenti, in 345 scuole, coinvolti in Italia nei test Ocse-Pisa, rappresentativi di quasi mezzo milione di studenti di 15 anni. A livello internazionale, rispetto al 2018, si assiste ad un peggioramento dei risultati in tutte le discipline indagate. Si tratta, come indicato da Ocse, di un calo delle prestazioni senza precedenti.
Rispetto al 2018, l’Italia risulta stabile in italiano, dato che il cambiamento nel punteggio medio ottenuto in questa disciplina non è considerabile statisticamente significativo. Migliora nelle scienze (+9 punti), mentre peggiora in matematica: il punteggio medio conseguito in questa materia è infatti diminuito di oltre 15 punti. Tuttavia, mentre nelle scienze sul lungo periodo il risultato è complessivamente stabile, in matematica il peggioramento rispetto alle quattro rilevazioni precedenti è netto. Continuano a pesare sui risultati del nostro Paese i profondi divari interni, in tutte le discipline esaminate. Il punteggio medio in matematica conseguito nell’Italia settentrionale è di circa 500 (496 nel Nord Est, 500 nel Nord Ovest), a fronte di una media italiana di 471. Il centro si colloca in linea con il dato nazionale, mentre le ripartizioni del Mezzogiorno ottengono valori molto bassi. La macroarea Sud – che ai fini Invalsi comprende Abruzzo, Campania, Molise e Puglia – arriva a 434. Quella Sud e Isole – comprendente Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia – si attesta a 441 punti. Tanto nell’anno scolastico 2021/22 che nel seguente, in media circa il 45% degli studenti in II superiore si è attestato sui livelli di competenza 1 e 2 in matematica. Si tratta di livelli considerati inadeguati per giovani di 15 anni; per avere un riferimento, nella rilevazione Invalsi 2018 erano il 41,6%.
A Taranto, gli studenti di II Superiore con i livelli più bassi di competenza in matematica, quelli 1 e 2 per intenderci, rappresentano il 59,6% del numero totale. Un confronto tra le città rende più evidente i gap negli apprendimenti interni al Paese. Nel 39% dei capoluoghi d’Italia oltre la metà degli studenti conseguono livelli inadeguati in matematica in II superiore. Parliamo di 43 capoluoghi su 109, pari appunto al 39%. L’incidenza più bassa si rileva nelle città settentrionali. Esiste, insomma, una ‘Questione meridionale’ anche sui livelli di competenza. Certificato direttamente dall’Ocse.