Il sindacato lancia l’allarme dopo l’inaugurazione del workshop Thales: “Evitare l’esternalizzazione di attività strategiche. Necessario garantire il protagonismo dei lavoratori civili”
Un nuovo capitolo si apre per l’Arsenale Militare Marittimo di Taranto dove lo scorso 24 giugno si è tenuta l’inaugurazione del workshop Thales, colosso internazionale dell’aerospazio e della difesa. Il laboratorio, ospitato nell’Officina Artiglieria e dedicato alla manutenzione correttiva e preventiva dei sistemi tecnologici delle unità navali Fremm, rappresenta un grande passo avanti nella modernizzazione delle attività manutentive della Difesa.
L’iniziativa, tuttavia, riaccende i riflettori sulla storica vertenza Arsenale, che da 25 anni ruota attorno a tre pilastri fondamentali: assunzioni, formazione e tutela del ruolo pubblico dello stabilimento. Come evidenziato dal Coordinatore Rsu, Ignazio Barbuto, durante la cerimonia inaugurale, la collaborazione con i grandi gruppi industriali non è in discussione, ma deve svilupparsi garantendo il pieno coinvolgimento del personale civile.
Un segnale positivo arriva dall’annuncio di Thales di avviare, da settembre 2025, un percorso di trasferimento di know-how per il personale dell’Arsenale, attraverso formazione sul campo e selezione delle professionalità più adatte ai nuovi processi. L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto del “Polo Manutentivo del Mediterraneo”, sostenuto dal Ministro della Difesa Crosetto per rafforzare la capacità strategica nazionale nella sicurezza marittima.
Ma è l’emergenza occupazionale a destare le maggiori preoccupazioni. “Nei prossimi due anni – avverte Barbuto – perderemo per pensionamento numerosi lavoratori altamente specializzati. Senza un piano di reclutamento, saremo costretti a esternalizzare funzioni cruciali come la manutenzione dei sistemi missilistici, con costi elevatissimi per la Difesa”.
L’Arsenale vanta già eccellenze riconosciute nel campo dei periscopi e nei sistemi del Polo Nato sommergibili, competenze che potrebbero estendersi agli interventi su cannoni polivalenti e grandi calibri. Ma questo potenziale rischia di essere vanificato senza un adeguato ricambio generazionale. Pertanto, la Rsu sta preparando una proposta articolata da presentare agli organi centrali della Difesa e alle istituzioni locali, compresa la nuova Giunta Comunale. L’obiettivo è ottenere l’avvio di una campagna straordinaria di reclutamento per inserire nuove figure professionali indispensabili al futuro dell’Arsenale.
“Lo stabilimento è il cuore pulsante della Marina Militare Italiana – conclude Barbuto – e può mantenere questo ruolo solo attraverso un pieno coinvolgimento dei lavoratori nei processi di innovazione e un deciso intervento sul fronte occupazionale”.