Pubblicato il report sul Benessere Equo e sostenibile dei Territori: tra le voci che penalizzano il capoluogo ionico e la sua provincia l’alta percentuale di ragazzi che non studiano e non lavorano, il crollo nella retribuzione media annua dei lavoratori e il calo demografico
Pubblicato questa mattina, dall’Istat, il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile dei Territori (BEST) in alcune regio italiane, tra cui la Puglia.
Molteplici gli aspetti indagati per rappresentare il profilo di benessere della regione e delle sue province: dai punti di forza agli svantaggi, dalle disparità territoriali, alle evoluzioni recenti, dalla sanità al territorio ed economia.
Secondo quanto riportato dall’Istat “le province pugliesi hanno livelli di benessere relativo più bassi rispetto al complesso dei territori dell’Italia e in alcuni casi del Mezzogiorno”.
In particolare, in base alle 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) soltanto il 23% circa delle misure colloca le province pugliesi nelle due classi di benessere relativo più elevate, su una media delle province del Mezzogiorno pari al 26,4% e italiana del 42,7%.
Insomma, “gli svantaggi – si legge nel report – sono molto più frequenti” nella nostra regione.
I risultati migliori li consegue, tuttavia, Bari, che “nell’ultimo anno si differenzia positivamente dalle tendenze osservate nelle altre province della regione per la minore percentuale di indicatori nelle due classi più basse (31,1 per cento) e per l’alta concentrazione nella classe di benessere media (44,3 per cento)”.
Bene anche la provincia di Barletta-Andria-Trani, che ha la maggiore percentuale di indicatori nelle classi di benessere alta e medio-alta (27,1%), mentre le province più fragili risultano Foggia e Taranto, con circa il 60 per cento degli indicatori nelle classi di benessere bassa e medio-bassa.
I dati registrati dall’Istat, riportano che il territorio pugliese, al 1° gennaio 2023 comprende 257 Comuni, 5 Province e una Città metropolitana.
L’articolazione urbana della Puglia è caratterizzata dalla prevalenza di piccole città e sobborghi, in cui vive il 60% della popolazione, mentre quasi il 35% vive nelle città e il 4% nelle zone rurali.
Resta negativa la dinamica demografica pugliese, confermando il calo della popolazione in atto dal 2014: nel 2023 i pugliesi residenti nella regione sono 3,9 milioni, 1,3% in meno rispetto a tre anni fa (ovvero oltre 50mila persone in meno).
Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, le criticità che affliggono il territorio pugliese sono più o meno le stesse del resto d’Italia: “La Puglia è una regione dinamica – ha affermato – È fondamentale adesso che il governo sblocchi l’FSC per superare le criticità e non frenare il percorso di miglioramento della qualità della vita e del benessere economico equo e sostenibile“.
I DATI DI TARANTO
Tra gli aspetti rilevanti della provincia ionica troviamo la percentuale di NEET, ovvero dei giovani che non studiano e non lavorano, che si attesta sul 31,8%: un dato più alto sia della media pugliese (26%) che di quella italiana (19%).
Per i giovani tra i 15 e i 29 anni, infatti, Taranto e provincia presentano il più basso tasso di occupazione (18,7%) e il più alto tasso di mancata partecipazione al lavoro (61,7%).
Eccezione negativa del Tarantino anche per la fruizione dei servizi comunali per l’infanzia, che nelle altre province pugliesi migliora significativamente.
La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, inoltre, è mediamente più bassa del 2019 ma è proprio nel capoluogo ionico che si registra quello che l’Istat definisce un vero e proprio “crollo” (-1.723 euro); la vulnerabilità finanziaria delle famiglie pugliesi, poi, migliora in tutte le province, meno nel Tarantino.
Dati negativi anche sul fronte ambientale: nelle province di Taranto e Brindisi la produzione di rifiuti urbani è la più alta della regione (503 kg pro-capite), ma “Taranto è anche la provincia pugliese con la più bassa produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (15,6 per cento), con un divario di 39,7 punti percentuali in meno del valore regionale”.
Soffre anche il settore sanitario locale: nella provincia di Taranto si registra la minore disponibilità di medici specialisti (23,2 per 10 mila abitanti contro i 37,1 di Bari).
Riguardo la popolazione, infine, Taranto presenta il dato più basso a proposito del numero di figli per donna (1,16) ed è al secondo posto per percentuale di over 65, con una crescita totale in negativo del 7%, seconda in questo solo a Foggia.
Importate, invece, sul lato economico, la presenza di aziende ad alta tecnologia e la rilevanza del settore agricolo.


