I sindacati sollecitano i sindaci della provincia di Taranto a vietare le attività all’aperto tra le 12 e le 16 quando il rischio è elevato. L’anno scorso 12 comuni hanno già adottato l’ordinanza
La Cgil di Taranto scende in campo per tutelare i lavoratori edili dall’emergenza caldo. I segretari generali Giovanni D’Arcangelo (Cgil) e Francesco Bardinella (Fillea-Cgil) hanno inviato una richiesta formale ai 29 sindaci della provincia ionica per l’adozione di ordinanze che vietino il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata.
“Abbiamo chiesto di impedire le attività con esposizione diretta al sole dalle 12 alle 16 nelle giornate classificate ad alto rischio secondo l’indicatore del progetto Inail/Cnr Worklimate”, spiega D’Arcangelo, ricordando come nel 2023 dodici comuni, tra cui il capoluogo, abbiano già adottato provvedimenti simili. La proposta si allinea all’iniziativa nazionale della Fillea Cgil, che ha sottoposto la questione alla ministra del Lavoro Calderone. “Il divieto di attività all’aperto è fondamentale per prevenire colpi di calore e infortuni, spesso mortali”, sottolinea Bardinella, che chiede anche “il rispetto puntuale delle prescrizioni da parte delle imprese e la vigilanza delle stazioni appaltanti”.
D’Arcangelo insiste inoltre sulla necessità di garantire dispositivi di protezione e acqua continua sui luoghi di lavoro: “Le aziende devono dimostrarsi responsabili. Non possiamo attendere il primo malore per agire, vigileremo quotidianamente sulla sicurezza dei lavoratori”. I sindacati spingono anche per un intervento normativo strutturale che preveda l’accesso alla cassa integrazione per eventi climatici, considerando l’impatto sempre più evidente dei cambiamenti climatici sul mondo del lavoro.


