La “Riforma della separazione delle carriere dei magistrati”, segna un momento importante per l’affermazione di un principio di legalità e di equilibrio dei poteri e dello Stato di diritto,che si muove in continuità con l’ideale di una giustizia giusta
Il codice di procedura penale porta il nome di Giuliano Vassalli, che ha impersonato l’ideale di una giustizia fondata sullo Stato di Diritto, quindi sulla legalità, sulla dignità della persona e sulla rieducazione del condannato.
Il nostro garantismo – fa sapere il Comitato – viene da lontano e si fonda sul diritto penale incentrato sulla tutela assoluta delle libertà individuali e delle garanzie processuali, ispirato dal grandi ideali dell’illuminismo e del riformismo di Matteotti e Vassalli, culminato nella riforma del Codice di Procedura Penale del 1988, che introdusse il sistema accusatorio, la parità delle parti e la presunzione di innocenza, contro il giustizialismo inquisitorio del “codice Rocco, ponendo il principio che la giustizia deve essere sicurezza dei diritti contro gli abusi del potere punitivo e repressivo. Un codice accusatorio, in condizioni di parità tra accusa e difesa, vanificato da un difetto ordinamentale che non ha mai reso il giudice effettivamente terzo.
Il nostro appello – continua la nota – a votare Sl al referendum confermativo della Legge Costituzionale recante “Norme in materia di ordinamento giudiziario e di istituzione della Corte disciplinare”, meglio nota come “Riforma della separazione delle carriere dei magistrati”, segna un momento importante per l’affermazione di un principio di legalità e di equilibrio dei poteri e dello Stato di diritto, che si muove in continuità con l’ideale di una giustizia giusta.
Una volontà riformatrice – conclude -che ha segnato profondamente la giustizia italiana, opponendosi all’eccesso di potere punitivo e promuovendo una cultura dei diritti fondamentali dell’uomo.


