venerdì 2 Maggio 25

Dati sul turismo: Taranto fanalino di coda in Puglia

Nonostante un incremento generale positivo, il capoluogo jonico affronta un gap crescente rispetto alle altre province. Necessità di un’azione coordinata per valorizzare il suo potenziale

Nonostante i dati positivi sul turismo pugliese del 2024, la provincia di Taranto mostra ancora significative criticità nel suo sviluppo turistico. Se da un lato si registra un incremento degli arrivi (+12,7%) e delle presenze (+6,4%), dall’altro emerge un quadro che richiede un’analisi più approfondita.

I numeri parlano chiaro: con 1.441.660 presenze, Taranto resta significativamente indietro rispetto alle altre province pugliesi. Lecce guida la classifica con quasi 7 milioni di presenze, seguita da Bari con 4,5 milioni e persino dalla più piccola Brindisi con 2,6 milioni. Il divario, invece di ridursi, continua ad aumentare. Parte dell’incremento registrato nel 2024 è dovuto principalmente alla regolarizzazione di strutture extralberghiere e locazioni turistiche, conseguenza dell’introduzione dei nuovi codici identificativi (Cin e Cis).

I dati dei Comuni tarantini

Tra i comuni della provincia jonica, la situazione non è più confortante: Castellaneta, Taranto e Martina Franca si posizionano rispettivamente al 19°, 20° e 24° posto nella classifica regionale. Solo il capoluogo mostra una crescita significativa negli arrivi (+20%), mentre Martina Franca si distingue per l’aumento delle presenze (+16%). Castellaneta, invece, mostra segnali di stagnazione.

Il gap aeroportuale

Un elemento critico emerge dall’analisi dell’internazionalizzazione del turismo pugliese. Mentre a livello regionale si registra un’impennata delle presenze straniere (+22,6% arrivi, +21,9% presenze), con un tasso di internazionalizzazione passato dal 21,3% del 2015 al 40,5% del 2024, l’area jonica resta penalizzata dalla mancanza di un aeroporto.

Per colmare questo gap, gli esperti del settore sottolineano la necessità di un’azione coordinata che coinvolga amministrazioni locali, imprese e associazioni, possibilmente attraverso le Dmo (Destination Management Organization) che la Regione Puglia intende promuovere. Solo così il territorio potrà aspirare a raggiungere le medie regionali che vedono il turismo contribuire al 9% del Pil e al 15,4% dell’occupazione.

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