Nonostante un incremento generale positivo, il capoluogo jonico affronta un gap crescente rispetto alle altre province. Necessità di un’azione coordinata per valorizzare il suo potenziale
Nonostante i dati positivi sul turismo pugliese del 2024, la provincia di Taranto mostra ancora significative criticità nel suo sviluppo turistico. Se da un lato si registra un incremento degli arrivi (+12,7%) e delle presenze (+6,4%), dall’altro emerge un quadro che richiede un’analisi più approfondita.
I numeri parlano chiaro: con 1.441.660 presenze, Taranto resta significativamente indietro rispetto alle altre province pugliesi. Lecce guida la classifica con quasi 7 milioni di presenze, seguita da Bari con 4,5 milioni e persino dalla più piccola Brindisi con 2,6 milioni. Il divario, invece di ridursi, continua ad aumentare. Parte dell’incremento registrato nel 2024 è dovuto principalmente alla regolarizzazione di strutture extralberghiere e locazioni turistiche, conseguenza dell’introduzione dei nuovi codici identificativi (Cin e Cis).
I dati dei Comuni tarantini
Tra i comuni della provincia jonica, la situazione non è più confortante: Castellaneta, Taranto e Martina Franca si posizionano rispettivamente al 19°, 20° e 24° posto nella classifica regionale. Solo il capoluogo mostra una crescita significativa negli arrivi (+20%), mentre Martina Franca si distingue per l’aumento delle presenze (+16%). Castellaneta, invece, mostra segnali di stagnazione.
Il gap aeroportuale
Un elemento critico emerge dall’analisi dell’internazionalizzazione del turismo pugliese. Mentre a livello regionale si registra un’impennata delle presenze straniere (+22,6% arrivi, +21,9% presenze), con un tasso di internazionalizzazione passato dal 21,3% del 2015 al 40,5% del 2024, l’area jonica resta penalizzata dalla mancanza di un aeroporto.
Per colmare questo gap, gli esperti del settore sottolineano la necessità di un’azione coordinata che coinvolga amministrazioni locali, imprese e associazioni, possibilmente attraverso le Dmo (Destination Management Organization) che la Regione Puglia intende promuovere. Solo così il territorio potrà aspirare a raggiungere le medie regionali che vedono il turismo contribuire al 9% del Pil e al 15,4% dell’occupazione.