di Francesca Leoci
Secondo i ricercatori di San Diego e della California, limitare i pasti a 8-10 ore al giorno può migliorare significativamente i marcatori di salute cardiometabolica e contrastare la sindrome metabolica
Chi sostiene la regola dei cinque pasti al giorno, consumati in piccole porzioni sparse durante la giornata? Probabilmente nessuno riuscirebbe a dirlo con esattezza. Di certo, si tratta solo di uno dei numerosi miti diffusi nella cultura alimentare moderna. Piuttosto, ciò che può realmente fare la differenza è l’adozione del digiuno intermittente.
Sebbene alcuni possano considerarlo un approccio estremo, limitare l’assunzione di cibo a un intervallo di 8-10 ore al giorno si è dimostrato migliorare significativamente i marcatori di salute cardiometabolica. A sostenerlo è uno studio condotto dall’Università di San Diego e dal Salk Institute for Biological Studies in California, pubblicato su Annals of Internal Medicine, secondo il quale gli adulti con sindrome metabolica e livelli elevati di zucchero nel sangue che consumano pasti in una finestra temporale ristretta, hanno mostrato miglioramenti nei livelli di emoglobina glicata (A1c), peso e grasso corporeo.
“Speriamo che i risultati di questo studio possano essere d’aiuto ad altre persone che vogliono affrontare la sindrome metabolica e ridurre il rischio di diabete di tipo 2“, dichiara Pam R. Taub, cardiologo presso l’UC San Diego Health System, citato da Univadis.
In Italia, circa 12 milioni di persone sono affette da sindrome metabolica, un insieme di disturbi e fattori di rischio come obesità viscerale, insulino-resistenza, elevata concentrazione di trigliceridi nel sangue, bassi livelli di colesterolo “buono” e ipertensione arteriosa. Tutti fattori che incrementano il rischio di tumori, ictus e altre malattie gravi. Spesso, le cause sono radicate in stili di vita non corretti, sedentarietà e alimentazione non equilibrata.
Il digiuno intermittente, in grado di bruciare grassi e chetoni — questi ultimi noti per i loro benefici sul sistema neuroendocrino, come la riduzione dell’appetito — offre benefici tangibili. Coloro che adottano questo stile di vita, di fatto, possono attestare i numerosi vantaggi, inclusi effetti antinfiammatori, facilitazione del dimagrimento e prevenzione di patologie cardiovascolari, neurodegenerative e oncologiche.
Non si tratta, quindi, solo di “cosa mangiare”, ma soprattutto di “quando” e “quanto” farlo. Sebbene una dieta ricca di alimenti nutrienti, antinfiammatori e antiossidanti sia estremamente utile, è la restrizione dell’orario dei pasti a una finestra di 8-10 ore al giorno a poter rivoluzionare notevolmente la salute fisica e mentale di un individuo.