di Angelo Nasuto
Le associazioni ambientaliste scendono in piazza per gridare la propria contrarietà ad un progetto che stride con il bene comune
La straordinaria bellezza naturalistica del fiume Tara a rischio? Per i cittadini di Taranto e provincia è proprio così, a causa dell’ennesimo impianto che metterebbe in pericolo un intero ecosistema con annessa la filiera del settore agricolo di quest’area tarantina. Si tratta del dissalatore che la Regione Puglia vorrebbe collocare per offrire un maggior approvvigionamento di acqua per l’intera regione, coinvolta in pieno nella crisi idrica di tutto il meridione d’Italia.
Per questo questa mattina nel capoluogo jonico e nella centralissima piazza della Vittoria si è tenuto un’iniziativa: un vero presidio che contesta la costruzione di tale impianto. Il presidio di protesta ha visto in prima linea il Comitato che si è costituito per schierarsi apertamente contro questa decisione ed in questo comitato stanno convergendo diverse associazioni ambientaliste del territorio, ma anche gli enti istituzionali stanno ponendo in essere i loro pareri sfavorevoli. Per esempio è il caso del Comune di Taranto che chiamato ad esprimersi in maniera chiara, ha posto il proprio diniego.
La questione ora è al vaglio di una specifica commissione che prenderà una decisione in merito e precisamente il prossimo 10 gennaio si riunirà per una parola definitiva. Tutto è partito dalla volontà della Regione Puglia, che ha dato mandato all’Acquedotto pugliese di effettuare uno studio riguardante le zone interessate, per avere la possibilità di costruire questo dissalatore.
Lo studio fatto ha portato alla scelta del fiume Tara, come bacino idrico favorevole ad accogliere l’impianto e per questo è stato fatto un bando di concorso soltanto per il progetto di costruzione. Tale bando è stato vinto da un gruppo di ditte che ora dovranno però attendere l’emissione del famigerato VIA, il parere ultimo che possa dare il via libera ai lavori. Ma per arrivare a questo parere definitivo si dovrà tenere la Conferenza di Servizi, dove tutti gli enti saranno interessati ad esprimere il loro come parere.
Tra questi enti c’è anche l’ARPA, la quale si è spesa per mostrare la propria contrarietà all’impianto. Una contrarietà che se prima era stata solo pronunciata, in un secondo momento è stata corredata da una relazione completa ed esauriente con la spiegazione di tutti i motivi validi per questa presa di posizione. E tra l’altro se è l’ARPA a comportarsi così, l’ente riconosciuto come Agenzia Regionale per l’Ambiente, come recita anche l’acronimo, qualche ragione seriamente posta ci sarà.
La partita per la costruzione di questo dissalatore sta giungendo alle fasi decisive e sembra che, come spesso accade, in questa vicenda si oppone la forza del potere politico amministrativo da una parte, simboleggiata dall’ente regione, contro dall’altra la forza dei cittadini e della gente comune. La quale ci tiene ad evidenziare che un tale impianto farà diventare lo splendido fiume Tara come un insignificante rigagnolo con le conseguenze negative per l’ecosistema e anche per l’irrigazione dei tanti campi coltivati vicini: una sciagura per l’agricoltura di questa terra, già minacciata in lungo ed in largo. Come finirà la partita non si sa, ma ci piace tifare per il bene comune e per la natura.