Il progetto di Acquedotto Pugliese per l’autonomia idrica della Puglia incontra la forte opposizione della comunità locale, che denuncia un approccio impositivo e una mancanza di dialogo democratico
Si inasprisce il confronto tra Acquedotto Pugliese e la comunità locale sul progetto del dissalatore del Tara. La vicenda, che nelle scorse settimane aveva già sollevato numerose perplessità, sta assumendo toni sempre più accesi. Secondo quanto denunciato dal Comitato per la difesa del territorio jonico, l’approccio di Aqp è passato da un tentativo di rassicurazione a una vera e propria imposizione.
“Siamo passati da frasi come ‘Il fiume Tara non scomparirà, ce ne prenderemo cura tutti’ a un ultimatum che non lascia spazio al dialogo: ‘Il dissalatore s’ha da fare'”, sottolineano dal Comitato. La contestazione si concentra soprattutto sulle modalità con cui l’opera viene portata avanti. Il progetto, presentato da Acquedotto Pugliese come strategico per l’autonomia idrica della regione, è stato oggetto di numerose critiche da parte di associazioni e cittadini che ne hanno evidenziato le criticità tecniche, ambientali e sociali.
“Questa non è più una discussione democratica, ma un’imposizione”, denuncia il Comitato, che parla di “democratura” riferendosi alla mancanza di un reale confronto con il territorio. “Le comunità non chiedono altro che rispetto per il loro territorio e decisioni basate su un’autentica sostenibilità”, conclude la nota.