venerdì 9 Maggio 25

Dissalatore sul Tara, Legambiente: “Progetto inadeguato e troppo costoso”

L’associazione ambientalista contesta la scelta di Aqp e chiede la sospensione dell’iter autorizzativo

Legambiente Taranto si mostra ancora fortemente perplessa sul progetto del dissalatore sul fiume Tara, definendolo una scelta “costosa e inadeguata”. Nonostante Acquedotto Pugliese abbia annunciato l’utilizzo di energie rinnovabili certificate per l’alimentazione dell’impianto, l’associazione ambientalista evidenzia diverse criticità ancora irrisolte.

Tra i punti più critici, emerge la questione dell’utilizzo delle acque del Tara da parte di Acciaierie d’Italia e il suo diritto contrattuale a ricevere acqua del Sinni in caso di indisponibilità. Ma il nodo centrale della contestazione riguarda l’esistenza di fonti alternative di approvvigionamento idrico non considerate nel progetto.

“La traversa Sarmento in Basilicata, attesa da 40 anni, potrebbe garantire 80 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, quattro volte la quantità prevista dal dissalatore”, sottolinea l’associazione. A questo si aggiungerebbero i 30 milioni di metri cubi dalla canalizzazione delle acque del Sauro, altro corso d’acqua lucano attualmente in fase di ricostruzione.

Il progetto, dal costo di quasi 100 milioni di euro, presenta inoltre un importante impatto energetico: il consumo annuo previsto è di oltre 30 milioni di kilowattora, equivalente al fabbisogno di 35-40mila persone. Secondo Legambiente, anziché investire nel dissalatore, sarebbe più opportuno concentrare gli sforzi sulla riduzione delle perdite idriche e sul potenziamento degli invasi esistenti.

L’associazione ha quindi richiesto la sospensione dell’iter autorizzativo, sollecitando un confronto urgente con il presidente e l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia per rivalutare le criticità non considerate nel giudizio di compatibilità ambientale. “I dissalatori rappresentano l’ultima ratio per l’approvvigionamento idrico, giustificabili solo in territori, come le piccole isole, dove mancano alternative”, conclude Legambiente, ribadendo la necessità di privilegiare soluzioni più sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico.

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