Rizzo: “Non è indifferente sapere cosa farà il nuovo acquirente rispetto al piano di ripartenza”
Si è concluso nel pomeriggio di oggi il tavolo sulla cassa integrazione dei dipendenti di Acciaierie d’Italia (ex Ilva), tenutosi presso il Ministero del Lavoro. L’incontro, durato oltre quattro ore, ha visto la partecipazione delle organizzazioni sindacali e dei vertici aziendali, rappresentati dal direttore generale Maurizio Saitta e dal direttore delle risorse umane Claudio Picucci.
Nonostante la scadenza degli ammortizzatori sociali stabiliti nell’accordo di luglio 2024, la continuità dell’erogazione delle indennità è garantita fino alla nuova firma, come previsto durante il commissariamento. Secondo quanto dichiarato da Francesco Rizzo dell’Esecutivo nazionale Usb, l’azienda ha presentato una riduzione del numero dei lavoratori coinvolti nella cassa integrazione, che passa da 3.400 a 3.200 unità. “Un passo avanti”, come lo definisce il sindacalista, che tuttavia chiede “un ulteriore sforzo” sia sul fronte occupazionale che sul welfare, escludendo esuberi sia per i dipendenti Adi che per Ilva in As.
Sarebbe stato preferibile giungere all’incontro con l’acquisizione del nuovo proprietario già definita, processo che richiederà ancora circa un mese. “Non è indifferente sapere cosa farà il nuovo acquirente rispetto al piano di ripartenza”, ha evidenziato Rizzo, esprimendo preoccupazione per possibili ridiscussioni di quanto stabilito. L’Usb riconosce comunque la “serietà” dell’attuale gestione aziendale, sottolineando il rispetto degli impegni presi e l’efficacia del meccanismo attuale.
Il tavolo, che si è concluso senza la firma dell’accordo, è stato aggiornato a martedì 4 marzo alle 10.30.