“Il 20 dicembre vogliamo risposte certe e definitive – è la richiesta unanime delle sigle sindacali – basta con la gestione fallimentare di Arcelor Mittal”
Questa mattina conferenza stampa congiunta in piazza, davanti a Palazzo Chigi, per la Fiom, Fim e Uilm: il segretario generale della Fiom Cgil Michele De Palma ha comunicato che, se durante l’incontro del 20 dicembre non si avranno risposte definitive sulla questione dell’ex Ilva, i lavoratori sono pronti ad un presidio permanente davanti alla sede del Governo.
“Basta con i rinvii – è il grido di battaglia del sindacato – la questione non è più procrastinabile, il dossier deve essere affrontato”.
Per la Fiom Cgil è chiaro che Mittal non voglia metterci le risorse: “Sarebbe un atto di irresponsabilità da parte del governo – afferma De Palma – non presentarsi al tavolo con uno schieramento adeguato e senza proposte, il tempo del confronto tecnico è finito. Ora la decisione è solo politica e il governo ha la responsabilità politica di prenderla”.
Il leader della Fiom Cgil spiega che, prima di ricevere la convocazione per il 20 dicembre da parte della Presidenza del Consiglio, si era già optato per un’autoconvocazione. “In quella data – afferma De Palma – dobbiamo avere le risposte definitive sulla situazione che riguarda l’ex Ilva, a partire dalla gestione che, per noi dopo la scelta evidente di Mittal di non investire sugli impianti italiani, credo abbia come unica soluzione possibile, la gestione da parte del pubblico. Nel frattempo vogliamo che ci siano gli interventi di garanzia degli impianti”.
“Il 20 dicembre il governo ci deve dire qual è la proposta che hanno messo in piedi per salvaguardare 20mila posti di lavoro, l’ambiente e la produzione di acciaio – ha dichiarato il leader della Uilm, Rocco Palombella – Non possono continuare a prendere tempo. I lavoratori non sono cerini ma persone con una grande dignità: chi fa politica deve assumersi i problemi e deve fare le proposte”.
“Serve una assunzione di responsabilità – ha proseguito il sindacalista – il giudizio dei lavoratori – prosegue – è negativo verso una crisi gestita con i piedi”. La Uilm sottolinea che la gestione Mittal “è stata fallimentare fin dal primo momento, non c’è stato un anno senza l’utilizzo della cassa integrazione o con un livello produttivo minimo. Non hanno speso un euro e ora chiedono il conto”, conclude Palombella.