sabato 27 Luglio 24

Ex Ilva, i sindacati si autoconvocano a Palazzo Chigi

Lo dichiarano, in una nota congiunta, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella: “Il tempo è scaduto, il degrado degli stabilimenti è insostenibile”

Fim, Fiom, Uilm, in assenza di una risposta della Presidenza del Consiglio dei ministri alla richiesta d’incontro inviata il 5 febbraio, si autoconvocheranno a Palazzo Chigi, per un confronto urgente e necessario a garantire la continuità produttiva e occupazionale di Acciaierie d’Italia.

“Il tempo è ormai scaduto, il degrado degli stabilimenti è insostenibile. Da giorni sembrerebbe essere in atto una trattativa segreta tra i soci di Acciaierie d’Italia alla ricerca di una soluzione condivisa per il cambio di gestione, in assenza di confronto con le organizzazioni sindacali”.

Lo dichiarano i Segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella.

“È inaccettabile – affermano i sindacalisti – che dopo due decreti voluti dal Governo per estromettere Mittal, attraverso l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, la situazione e il futuro dell’ex Ilva rimangano nella totale incertezza”.

Fim, Fiom, Uilm denunciano ancora una volta la grave e preoccupante situazione in cui versano i siti produttivi dell’ex Ilva, con “conseguenze drammatiche sull’indotto e sui 20mila lavoratori”.

“In assenza di un intervento urgente – concludono i segretari delle sigle sindacali – saremmo alla fermata totale degli impianti. Noi non ci rassegniamo e chiediamo al Governo azioni immediate e decisive: non accetteremo decisioni precostituite sul futuro. L’unico riferimento per noi resta l’accordo del 6 settembre 2018. Le lavoratrici ed i lavoratori hanno avuto grande senso di responsabilità: è ora che il Governo si assuma le sue e tragga le dovute conseguenze”.

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