di Francesca Leoci
Uno studio danese rivela un legame tra l’esposizione a particolato fine e rumore del traffico con un aumento del rischio di infertilità. Come la vita accelerata delle città può avere conseguenze gravi sulla salute pubblica
Il mondo corre veloce. La società odierna predilige una vita accelerata e profittevole sebbene estenuante. E così fugge, mentre dall’altra parte la vita gli sfugge. Nella freneticità di oggigiorno si viaggia sempre più rapidamente, portando ad alti livelli di stress quotidiano.
La ricerca incessante della rapidità soprattutto nei trasporti urbani, ha introdotto un fenomeno crescente di inquinamento ambientale che, secondo recenti studi, è diventato un fattore critico che incide sulla salute pubblica. In particolar modo, sulla fertilità.
Secondo un’indagine condotta dal Danish Cancer Institute di Copenhagen e pubblicata sul Bmj, è emerso come l’esposizione prolungata al particolato fine PM2,5 sia significativamente legata a un aumento del rischio di infertilità negli uomini.
Questo studio – che ha esaminato i dati di 526.056 uomini e 377.850 donne in Danimarca tra il 2000 e il 2017 – ha rivelato che livelli superiori alla media di 2,9 mcg/mq di PM2,5 incrementano del 24% il rischio di infertilità negli uomini di età tra 30 e 45 anni.
D’altra parte, le donne sembrano essere più sensibili all‘inquinamento acustico generato dal traffico stradale. Per le over 35, l’esposizione a un rumore superiore alla media di 10,2 decibel per cinque anni è stata collegata a un aumento del 14% del rischio di infertilità. Interessante notare che questa associazione non si verifica nelle donne tra i 30 e i 35 anni.
Inoltre, è stato osservato un leggero aumento del rischio di infertilità maschile legato al rumore del traffico tra gli uomini dai 37 ai 45 anni, ma non per quelli tra i 30 e i 37 anni.
“L’infertilità è un grave problema di salute nel mondo, che colpisce una coppia su sette tra quelle che cercano di concepire”, spiegano i ricercatori citati dall’Ansa.