Replicare a Taranto lo stesso schema seguito nel capoluogo ligure. Il vero punto dirimente non è più fare i Giochi, ma come farli. Come arrivare all’appuntamento del 2026. CosmoPolis vi consiglia la lettura di Chilone di Sparta
Come fare i Giochi più che fare i Giochi. Come arrivare all’appuntamento del 2026 più che tagliare comunque il traguardo finale. Con quali impianti e a quale livello di avanzamento dei lavori? Per Taranto – e per i 19 comuni pugliesi coinvolti nella manifestazione sportiva internazionale – gli interrogativi sono questi. Tutti riconducibili al medesimo punto dirimente. Non c’entra il nuovo Comitato che la prossima settimana sostituirà Sannicandro con un nuovo direttore generale. Non c’entra l’aumento delle risorse promesse dal Governo, rispetto all’iniziale stanziamento di 150 milioni di euro. Non c’entra il masterplan redatto da un paio di settimane dal commissario Ferarrese. C’entra il tempo: quello sprecato (circa 4 anni); quello rimasto (appena 32 mesi).
Lo diceva Chilone di Sparta: “Tre sono le cose difficili; custodire il segreto, soffrire le ingiurie, ed impiegare bene il tempo.” E, in questa vicenda, per i Giochi del Mediterraneo, il tempo è stato impiegato male. Malissimo. Sciupato. Svenduto ai mercatini dell’usato. Portato per mano sull’orlo del precipizio. Cosa fare adesso? Il Governo deve, come già visto con il ponte Morandi di Genova, dotare il commissario di poteri straordinari. Si, proprio così, straordinari. Come quelli ricevuti in dote dai supereroi. Consentire a Ferrarese di operare mediante l’istituto della ‘procedura accelerata’. In deroga alla normativa vigente. In modo da poter assegnare a propria discrezione i lavori pubblici, senza bando di gara d’appalto. Se vogliamo salvare la faccia, l’onore più che i Giochi, non abbiamo alternative.
Fossimo nei panni del commissario chiederemmo questo nuovo status giuridico come conditio sine qua non per non mollare tutto, dire arrivederci e grazie, e lasciare nelle disponibilità dei veri responsabili questa difficilissima partita. Senza l’eventualità di dover rendere conto alla magistratura contabile, domani, per colpe di altri. A Genova si fece tutto questo con il sindaco, Marco Bucci. E i risultati sono arrivati. Per la prima volta in Italia è stato possibile ricostruire un ponte in soli 12 mesi. Bisognerebbe replicare lo stesso schema per i Giochi di Taranto. E continuare a leggere, nel frattempo, Chilone di Sparta.