Spesi dodici miliardi di euro, quasi tremila per abitante, bambini compresi
Secondo i dati di Azzardomafie, il dossier di Libera contro le mafie è evidente il legame tra il gioco e la criminalità organizzata.
La Puglia è quinta in Italia come numero di clan, precisamente 22, che operano nel settore business sia illegali che legali. Basta ricordare che fu la prima a registrare la morte di Domenico Martimucci, ucciso il 5 marzo 2015, vittima delle azzardomafie. Una bomba con un chilo di tritolo fu fatta esplodere davanti alla vetrata della sala giochi Green Table ad Altamura (Bari), nell’ambito dei contrasti tra gruppi criminali per il controllo del mercato delle slot.
A Bari si spendono più soldi che altrove per tentare la fortuna, oltre un milione di euro.
Taranto in seconda posizione con 707.556.039 euro, Foggia con 411.821.938 euro, Lecce con 407.019.219 euro, Brindisi con 279.241.692 euro e Barletta con 250.464.416 euro.
Sette miliardi e mezzo sono stati spesi online, ma oltre quattro i miliardi che i pugliesi si sono giocati in ricevitorie, sale da gioco e videopoker. Un giro d’ affari che in proporzione, secondo la direzione investigativa antimafia, sarebbe più redditizio per la criminalità organizzata del traffico di droga.
Secondo Libera, attualmente le norme non sarebbero sufficienti per limitare i rischi connessi non solo alle infiltrazioni della criminalità organizzata ma anche al fenomeno della ludopatia.


