lunedì 21 Aprile 25

Giornata mondiale dei diritti dei consumatori, a noi la scelta della sostenibilità

Spetta proprio ai consumatori operare, attraverso gli acquisti, in vista di un mondo etico e a basso impatto ambientale

In occasione della Giornata mondiale dei diritti dei consumatori che si celebra il 15 marzo, è necessaria una riflessione sulla sostenibilita’, sul risparmio e l’efficienza energetica. Uno step fondamentale in tal senso è diventare consumatori consapevoli, supportando con le nostre scelte etiche cause che a livello globale risultano prioritarie.

Secondo il report di WWF” le risorse naturali e gli impatti ambientali dietro le filiere produttive dei prodotti che acquistiamo non sono noti, né riportati nelle etichette”. La storia di ciascun prodotto risulta talvolta sconcertante. “La produzione di alcuni cibi o oggetti che utilizziamo quotidianamente ad esempio implica ancora impatti importanti sull’ambiente, come l’estinzione di specie, il consumo e l’inquinamento di suolo e acqua, la deforestazione e il degrado di interi ecosistemi, fino a pesanti emissioni di CO2”, precisa l’associazione.

Ma la sostenibilità parte dal basso dalle scelte che compiamo, con i prodotti che decidiamo di acquistare e inserire nel nostro carrello della spesa, basterebbe questo per mettere in moto un ciclo virtuoso e soprattutto goblamente contagioso.

E’ possibile dunque indirizzare la domanda di beni spingendo le imprese ad adeguare l’offerta verso la sostenibilita’ che non può e non deve essere subalterna.

“Da qui – spiega WWF – risulta importante scegliere prodotti etichettati con informazioni chiare, comparabili e trasparenti sull’impatto sulla biodiversità e sul clima e sull’impiego delle risorse naturali (come l’acqua sempre più scarsa e preziosa), sull’uso del suolo, sulle emissioni di sostanze chimiche tossiche e inquinanti, fino al benessere degli animali”. “Le etichette – precisa ancora – dovrebbero consentire di distinguere l’impatto ambientale di prodotti diversi (come 1 kg di fagioli vs 1 kg di carne bovina), ma anche degli stessi prodotti, realizzati con diversi metodi produttivi (es. 1 kg di fagioli da agricoltura convenzionale vs. 1 kg di fagioli da agricoltura biologica). altrettanto chiare dovrebbero essere le informazioni sull’approvigionamento delle materie prime, produzione, distribuzione uso e smaltimento del pacakaging”.


Operazioni di greenwashing partono proprio da qui. Prediligere ad esempio un tipo di alimentazione a base vegetale, chiedersi se la carne che compriamo provenga da un allevamento intensivo, se le uova che acquistiamo siano frutto di allevamenti in batteria piuttosto che all’aperto, distinguere tra quest’ultimo e uno definito a terra, interrogarci sul consumo di latte animale e sul suo possibile impatto etico, e’ quanto mai necessario. Così come prediligere filiere corte, a km zero se possibile, o prodotti che non fluttuino da un angolo all’altro del pianeta quando possono e devono essere reperiti in loco. Sono tutte valutazioni imprescindibili. Perchè la sostenibilità ambientale e la compassione a tavola, non sono solo azioni che dicono chi siamo, ma una preziosa eredità che lasciamo ai nostri figli.

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