di Rosa Surico
La trasposizione pittorica del ballerino Nijinskij tra danza, genio e follia
Domani 6 ottobre alle 17.30, nell’ ex palazzo delle poste di Bari, oggi centro polifunzionale, sarà presentato il saggio a 4 mani della psichiatra di origini lucane, Liliana dell’ Osso con Daniela Toschi, psichiatra toscana, pubblicato nel 2021: “Il corpo geniale. Nijinsky: percorso artistico e traiettoria di malattia mentale”.
La follia tra danza e genio, file rouge delle tavole realizzate sia per il libro che per la mostra gratuita ( in esposizione dal 29 settembre al 12 ottobre) da Marika Gravina, che accompagnano i visitatori in un vero e proprio viaggio nella vita del ballerino e coreografo russo Vaslav Nijinsky (1889-1950).
Fiore all’ occhiello dei Balletti Russi a Parigi, stella talentuosa della Belle Époque, portava in scena l’ innovazione della danza di San Pietroburgo, fino a quelle che furono definite vere e proprie coreografie rivoluzionarie. La sua carriera fu intervallata però, da momenti difficili fino alla diagnosi di schizofrenia nel 1919 che pose fine al suo lavoro.
Marika Gravina spiega così la sua “Psychopopart”: “È uno stile moderno e contemporaneo battezzato così proprio dalla professoressa dell’ Osso. È insieme contenuto e contenitore,significato e significante che interseca la storia dell’arte con la psichiatria ma anche con la filosofia, la psicologia,la letteratura e l’antropologia, creando così un flusso di pensieri e libere associazioni che poi io ho tradotto in immagini.I dipinti del corpo geniale sempre dal saggio della professoressa, vedono una vera e propria sintesi delle avanguardie artistiche dei primi del ‘900 che come sappiamo sono cubismo, futurismo, espressionismo,realismo e dadaismo. Ho cercato di adattarle molto alla mia sensibilità artistica e ho cercato di creare qualcosa di veramente personale nel corpo geniale di questi sette dipinti.In realtà la mostra poi è composta anche da altri quadri, in tutto 23 dove si spazia mantenendo però sempre il tema di base della malattia mentale. Il vedere con la mente e non con gli occhi, attraverso personaggi illustri quali per esempio anche un ritratto di Van Gogh o uno di Nietzsche. E questo l’ ho reso possibile solo dopo aver letto i loro scritti. In particolar modo per Nijinsky mi premeva rappresentare soprattutto la sua psicopatologia. La volontà era che si percepisse la pesantezza e la fatica, però, celata dietro a colori molto brillanti e forme aggrazziate. Particolare attenzione da parte mia per questo stile, è stata proprio la scultura di Umberto Boccioni “Forme uniche di continuità nello spazio del 1913”, dove i dati anatomici si fondono con il movimento e le forme con lo spazio esterno. Il corpo simboleggia in questo caso una valenza eroica, infatti è ispirato alla Nike di Samotracia, ma rappresenta soprattutto, secondo me, il disagio dell’uomo contemporaneo. I dipinti del saggio hanno elementi comuni: sono tutti acrilico su tela, 50 × 70 cm e in tutti i quadri c’è l’assenza di prospettiva, i colori sono molto forti. C’è un’attenzione particolare per le arti decorative e tutti sono delineati da una marcata linea di contorno tipica dell’espressionismo e sono rappresentati con una cornice dipinta.
Per Nijinsky nello specifico, delinea la sua condizione borderline, sempre in bilico fra superficie e abisso.”
Appuntamento quindi a domani anche con l’ artista,pittrice autodidatta laertina la cui arte si basa sulle sue esperienze,le sue letture,i suoi viaggi e subisce soprattutto per quanto riguarda i colori, l’ influenza del sud mondo e dell’America centrale.