Oltre 200mila lavoratori in nero in Puglia, con un’economia sommersa da 4,5 miliardi di euro. Il capoluogo jonico, epicentro della precarietà
Il lavoro sommerso continua a essere una piaga nel tessuto economico-sociale di Taranto e della Puglia. A lanciare l’allarme è la Uil che, nell’ambito della campagna nazionale “No ai lavoratori fantasma”, ha scelto il capoluogo ionico come unica tappa pugliese dell’iniziativa. I numeri presentati oggi durante la conferenza stampa nella sede Uil di Taranto sono allarmanti: in Puglia oltre 200mila lavoratori operano in nero, generando un’economia sommersa di 4,5 miliardi di euro. Il tasso di irregolarità raggiunge il 14,4%, mentre la disoccupazione si attesta al 12,1%, ben al di sopra della media nazionale dell’8,2%.
“Abbiamo scelto Taranto perché è la provincia che soffre di più in Puglia, dove la precarizzazione del lavoro è diventata la norma – ha dichiarato Gianni Ricci, segretario generale Uil Puglia – L’80% delle nuove attivazioni contrattuali sono di lavoro precario e a termine, e un quinto di esse non supera il mese di durata”.
La situazione appare particolarmente critica nel capoluogo ionico, dove il tasso di occupazione si ferma al 43,2%, il più basso della regione. A preoccupare è anche il dato sull’inattività, che ha raggiunto il 33,7%, sintomo di un diffuso scoraggiamento nella ricerca del lavoro. Il fenomeno si inserisce in un quadro nazionale altrettanto preoccupante: nel 2024, meno di un sesto delle assunzioni sono state a tempo indeterminato, mentre nei primi nove mesi dell’anno le assunzioni nel settore privato hanno registrato un calo dell’1,7% rispetto al 2023.
Per dare visibilità a questa emergenza sociale, la Uil allestirà il 20 e 21 febbraio alla Rotonda Marinai d’Italia un punto di ascolto e informazione all’interno di un tir di 13 metri. “Non si tratta solo di una questione economica – ha sottolineato Stefano Frontini, segretario organizzativo Uil Puglia – I lavoratori irregolari sono i più esposti ai rischi sul luogo di lavoro, senza alcuna tutela o protezione”.
L’iniziativa si propone come momento di confronto tra esperti, lavoratori, pensionati e studenti per discutere di precariato e diritti, cercando soluzioni concrete per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso. Dopo Taranto, la campagna proseguirà il suo viaggio attraverso l’Italia, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su un problema che continua a minare la dignità di milioni di lavoratori.