A comunicare l’ipotesi, sulla scorta delle prime analisi compiute prima dell’inabissamento della carcassa dell’animale, è la Jonian Dolphin Conservation
Sarebbe morto a causa di una lacerazione traumatica, probabilmente causata dall’elica di una grossa imbarcazione il capodoglio trovato arenato, qualche giorno fa, tra gli scogli di Baia d’Argento, a Marina di Leporano. Dalla carcassa dell’animale, già morto al momento del ritrovamento, fuoriusciva una copiosa perdita di sangue.
A riportarlo è la Jonian Dolphin Conservation, che aggiunge che “il buono stato di nutrizione dell’animale e i reperti osservati tendono ad escludere o quantomeno a ritenere improbabile una genesi infettiva della morte”.

L’ipotesi formulata sarà, tuttavia, confermata parzialmente dall’esame istopatologico che verrà condotto sulle zone cutanee target interessate dal fenomeno descritto.
Intanto, a causa delle dimensioni dell’animali, un capodoglio femmina di circa 12 metri, gli Enti intervenuti hanno optato per un affondamento controllato, essendo impossibile lo smaltimento a secco della carcassa.
Il capodoglio è stato quindi avvolto con una rete per minimizzare la dispersione di materiale organico. Dopo una accurata fase di preparazione, durata diversi giorni, è intervenuto sul posto il Multicat KINETIC AG di ECOTARAS con il quale l’animale è stato inabissato utilizzando una zavorra da 2,5 T.
“L’evento è di grandissima rilevanza scientifica – ha dichiarato la Jonian Dolphin – e sarà fondamentale il monitoraggio periodico per comprendere il processo di decomposizione di un animale così importante avviando importanti azioni di ricerca. Nuovamente un esempio di best practices nella gestione delle emergenze dopo l’esperienza dello Zifio spiaggiato nel 2019 sempre a Taranto”.
Ph credit: pagina Facebook Jonian Dolphin Conservation