Le reazioni della politica al provvedimento emanato oggi da Melucci
Con un’ordinanza urgente il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha intimato ad Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione di individuare entro 60 giorni gli impianti responsabili dei picchi di benzene che sono stati registrati dalle centraline nell’ultimo periodo.
Per la segretaria provinciale Pd di Taranto, Anna Filippetti, la scelta del primo cittadino ionico non può che essere condivisa e supportata. “Già tre anni fa Melucci ha preso una posizione ben definita sulla necessità di dare risposte certe alla cittadinanza in merito agli elevati livelli di inquinamento a Taranto. Nel caso specifico, le centraline Arpa hanno permesso di rilevare picchi dell’inquinante estremamente pericoloso per la salute umana nelle aree vicine all’industria siderurgica”. – Sottolinea la segretaria provinciale – “Indispensabile dunque una netta inversione di tendenza a tutela dei diritti fondamentali di chi abita il territorio ionico. Il Partito Democratico è accanto al Comune di Taranto in questa sacrosanta battaglia”.
Il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio parla di dati sconfortanti dato che gli impianti del siderurgico viaggiano a regime ridotto. “É sconfortante rilevare che a oltre dieci anni dalla clamorosa inchiesta Ambiente svenduto, le questioni sollevate dai magistrati di Taranto sono rimaste insolute e ancora oggi l’area a caldo emette in atmosfera grandi quantità di sostanze inquinanti.” – Dichiara Di Gregorio – “Siamo stanchi di promesse, di continui rinvii, di annunci. Siamo stanchi di dover scegliere tra salute e lavoro, di contare i morti e gli ammalati di cancro. Taranto merita rispetto. Il futuro dell’ex Ilva, la riconversione economica, il risanamento ambientale, sono questioni di grande rilievo che meritano l’attenzione di tutti. Il tema del siderurgico tarantino deve tornare in cima all’agenda di Governo”.
Secondo il deputato del Partito Democratico, Ubaldo Pagano, “ è inaccettabile che si metta ancora in pericolo la salute delle persone e se Acciaierie d’Italia non è in grado di garantire la sicurezza, è bene che gli impianti responsabili delle emissioni vengano spenti. Sul punto le istituzioni devono essere unanimemente inflessibili: a Taranto mai più sacrifici sull’altare della produzione incontrollata.”
“Taranto continua a subire le emissioni velenose dell’acciaierie alle quali il governo Meloni si appresta a concedere nuove proroghe, nonostante Mittal e lo Stato non siano in grado di ottemperare alle prescrizioni Aia entro il 23 agosto. Come sta scritto chiaramente sull’Autorizzazione ambientale da anni. Termine che l’Ue si attende che sia rispettato: 23 agosto”. Così in una nota Rosa D’Amato, eurodeputata dei Verdi Europei, sottolineando come possa essere utile affrontare il problema del benzene attraverso gli strumenti normativi. “É un segnale forte. Senza le risposte richieste, lo stabilimento dovrà chiudere entro 60 giorni. Dei picchi di benzene se ne occupa anche un esposto in Procura presentato da alcuni cittadini, va ricordato. Io sono e resto per la chiusura dello stabilimento ex Ilva di Taranto, senza se e senza ma. Al di là di procedure e passi formali da compiere”.