Il presidente di PeaceLink Alessandro Marescotti, difende l’operato della Procura di Taranto dopo le critiche ricevute in merito al sequestro dell’Altoforno 1
In merito alle recenti polemiche riguardanti la gestione dell’emergenza all’Altoforno 1 dello stabilimento Ilva di Taranto, “esprimiamo il nostro pieno e convinto sostegno all’operato della magistratura tarantina, rappresentata dalla Procuratrice Capo Eugenia Pontassuglia”.
È quanto si legge in una nota stampa a firma di Alessandro Marescotti, Presidente PeaceLink.
“La Procura di Taranto ha agito con tempestività, trasparenza e rigore, autorizzando tutte le attività richieste dall’azienda nei tempi previsti e in piena conformità alle indicazioni tecniche degli enti preposti al controllo ambientale e alla sicurezza. Le decisioni assunte sono state dettate esclusivamente dalla necessità di tutelare l’integrità delle prove, la sicurezza dei lavoratori e la salute pubblica, senza mai ostacolare le attività essenziali per la messa in sicurezza dell’impianto”.
A detta di Marescotti, “il sequestro dell’altoforno è un atto che la magistratura ha dovuto prendere di fronte a un incidente rilevante che oggettivamente costituisce un pericolo grave e immediato. Ancora una volta si conferma una cosa evidente: abbiamo avuto ragioni da vendere nel contestare in ogni sede le gravi criticità degli impianti ILVA. I fatti ci danno ragione, purtroppo. Il ministro Urso, invece di trarre insegnamento dalle dure ed evidenti lezioni dell’esperienza, contesta la magistratura. Fa come come il malato che contesta il medico”.
PeaceLink ritiene quindi “inaccettabile ogni tentativo di delegittimare l’azione della magistratura, che – nell’ottica dei principi costituzionali – rappresenta un presidio fondamentale di legalità e di garanzia per i cittadini, soprattutto in un territorio segnato da gravi emergenze ambientali e sociali. La chiarezza e la fermezza con cui la Procura ha risposto alle accuse dell’azienda e del ministro Adolfo Urso dimostrano ancora una volta la professionalità e il senso di responsabilità che animano l’operato dei magistrati”.
L’associazione invita tutte le istituzioni, le parti sociali e i cittadini “a sostenere il lavoro della magistratura, affinché sia fatta piena luce sulle cause dell’incidente e siano accertate tutte le eventuali responsabilità. Solo nel rispetto della verità, della legge e della trasparenza sarà possibile costruire un futuro diverso per i cittadini di Taranto e per i lavoratori dello stabilimento siderurgico, continuamente esposti a rischi elevatissimi”.