“Siamo di fronte a una seduta che di fatto non aveva titolo politico per riunirsi”
“Il Consiglio regionale di oggi -ha dichiarato il capogruppo FDI Renato Perrini- non è un atto dovuto, ma un atto che con ogni onestà istituzionale, non doveva neanche esserci. La legislatura è scaduta il 21 settembre. Da quella data, il Consiglio regionale è in regime di prorogatio, e questo non è un dettaglio tecnico o un formalismo giuridico: significa che da quel momento, la funzione politica è sospesa, e resta solo quella amministrativa, limitata agli atti straordinari, ineludibili e urgenti.Quindi, niente più decisioni politiche, niente più iniziative discrezionali. Solo ciò che serve a garantire la continuità della macchina pubblica fino all’insediamento del nuovo Consiglio. Questa non è un’interpretazione, è la regola delle regole. È il fondamento della correttezza istituzionale, il principio di equilibrio che impedisce a chi è in uscita di usare il potere per condizionare la fase elettorale. E invece, oggi, siamo di fronte a una seduta che di fatto non aveva titolo politico per riunirsi e lo dimostra che tutti gli emendamenti sono stati dichiarati inammissibili, significa che lo stesso Consiglio riconosce di essere in regime di prorogatio elettorale, e dunque privo della pienezza di funzioni deliberative”.
“E allora mi chiedo -continua Perrini- se non possiamo discutere emendamenti, se non possiamo approvare atti di merito, se non possiamo esercitare pienamente la funzione legislativa, che senso ha avuto convocare e tenere un Consiglio regionale? È una forzatura istituzionale, un gesto politico che travalica la neutralità che dovrebbe caratterizzare questo periodo. Figuriamoci approvare un Bilancio di Previsione 2026, seppure tecnico, con tutti gli atti economici prodromici alla approvazione. Atti che questo consiglio, per la mancanza di numeri della maggioranza, non è stato in grado di approvare nei mesi passati. Siamo alle assurdità!”
“La correttezza istituzionale -sottolinea- avrebbe imposto un’altra strada, semplice e limpida: l’esercizio provvisorio in dodicesimi. Uno strumento previsto, legittimo, utilizzato da tante Regioni d’Italia, anche di diverso colore politico. È stato fatto in Veneto, dove hanno dimostrato rispetto per le istituzioni e per i cittadini, evitando qualunque rischio di strumentalità. E se il Veneto ha potuto farlo, perché la Puglia no? Per Fratelli d’Italia le istituzioni sono un luogo di responsabilità, e la responsabilità più grande è sapere quando è il momento di fermarsi. Oggi non serviva questo Consiglio, serviva un gesto di sobrietà. Serviva dire ai pugliesi: ‘la legislatura è finita, ma la Regione continua a funzionare, in modo ordinato e trasparente, con l’esercizio provvisorio.
“Invece, ci ritroviamo a discutere nel pieno della campagna elettorale, in una seduta che sa di chiusura forzata, di un epilogo improvvisato e, permettetemi, di un uso improprio dell’istituzione. E non è un caso che, mentre si gioca con le procedure, i veri problemi dei pugliesi restino tutti lì, irrisolti. La sanità, che continua a essere la ferita più dolorosa. Secondo il rapporto Gimbe, nel 2024 oltre 424 mila pugliesi — il 10,9% della popolazione — hanno rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria. Un dato superiore alla media nazionale, e in crescita rispetto all’anno precedente. Significa che più di uno su dieci ha detto ‘non posso curarmi’, perché non c’è posto, perché le liste d’attesa sono infinite, perché i costi sono insostenibili. E intanto, si spendono milioni in incarichi, consulenze e agenzie che non migliorano di una virgola la qualità dei servizi”
“E cosa dire dei rifiuti? -conclude il capogruppo di Fdi- La Puglia è la Regione con la TARI più alta d’Italia, e non perché i cittadini producano più immondizia, ma perché la gestione del ciclo dei rifiuti è stato fallimentare. Le discariche pubbliche promesse non sono mai state realizzate, gli impianti restano bloccati tra ritardi e veti incrociati, e alla fine si paga tre volte tanto per spedire i rifiuti fuori regione. Un controsenso economico e ambientale che pesa sulle tasche dei pugliesi e sulla credibilità della Regione. La verità è che l’ideologia ha sostituito la competenza, e oggi ne paghiamo il prezzo. E poi c’è il nostro mondo agricolo, che da anni chiede ascolto e risposte.
La Xylella, che doveva essere contenuta, ha ormai raggiunto il Gargano. Sono stati trovati 47 ulivi infetti a Cagnano Varano: significa che la malattia ha colpito anche l’ultima provincia che si era salvata. È una ferita enorme, per l’economia, per il paesaggio, per la nostra identità. E intanto, gli agricoltori continuano a pagare il tributo 630 per servizi che non ricevono, vedendo sempre più distanza tra la Regione e i loro problemi reali. Ecco, queste erano le priorità. Tutto il resto è abuso di forma, e quindi abuso di sostanza. Fratelli d’Italia non asseconderà questo gioco. La Puglia merita una classe dirigente sobria, coerente e rispettosa.”