di Erasmo Venosi
Venezia è un paradosso vivente: fragile e millenaria, simbolo della bellezza minacciata dal cambiamento climatico. È proprio da qui, da questa città sospesa, che con VeniSIA si dimostra che l’innovazione tecnologica, adeguatamente contestualizzata, è strumento di anti fragilità
È iniziata a Venezia la settimana di discussione sui cambiamenti climatici. Molti autorevoli relatori come Jeremy Rifkin, che apre le conversazioni con una lectio magistralis intitolata Planet Aqua, Carlo Ratti, curatore della Biennale Architettura 2025, Luca Mercalli e altri.
La conferenza stampa di lancio del progetto si è tenuta all’Arsenale di Venezia , a bordo dell’Almax San Lorenzo, il primo superyacht a zero emissioni dotato di Reformer Fuel Cell a metanolo verde, capace di alimentare i servizi di bordo a zero emissioni.
Le celle a combustibile alimentate a metanolo, o fuelcell a metanolo diretto, sono dispositivi che convertono l’energia chimica del metanolo in energia elettrica tramite un processo elettrochimico. In pratica il metanolo viene ossidato, reagendo con l’ossigeno dell’aria, producendo energia elettrica, acqua e calore. Il metanolo è alcol metilico o come si chiamava una volta spirito di legno. La manifestazione è sostenuta da una rete di partner che include istituzioni internazionali, università, fondazioni, aziende e organizzazioni ambientaliste come UNESCO-COI, NATIVA, Marevivo, WWF, Ocean Space, Prada Group, la Fondazione The Human Safety Net, Venice Sustainability Foundation, Legambiente, Regione Veneto e Comune di Venezia.
Dal 3 all’8 giugno Venezia sarà un laboratorio di sostenibilità. Gli incontri si terranno alle Corderie della Biennale, nelle Università Ca’ Foscari e Università Iuav di Venezia (istituto universitario di architettura) , presso Ocean Space, alle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, nel nuovo SEA BEYOND Ocean Literacy Centre, il primo centro di educazione all’oceano, in Italia sviluppato dal Gruppo Prada e CRA-Carlo Ratti Associati sull’isola di San Servolo.
Perchè Venezia? La città lagunare è un paradosso vivente: fragile e millenaria, simbolo della bellezza minacciata dal cambiamento climatico. È proprio da qui, da questa città sospesa, che con VeniSIA si dimostra che l’innovazione tecnologica, adeguatamente contestualizzata, è strumento di anti fragilità.
Con ‘Future Farming Initiative’, VeniSIA porta alla VeniceClimate Week un progetto che ripensa radicalmente il rapporto tra natura, tecnologia e produzione di materiali: un modello sostenibile, replicabile e visionario, capace di equipaggiare il pianeta senza distruggerlo. In grande ciò che il Progetto ReteSpac della Capitanata sta implementando in provincia di Foggia.
Le semplificazione, le abiure dei negazionisti nostrani e d’oltreoceano rischiano di far pagare un prezzo altissimo al Pianeta. É la complessità a governare il clima, che altro non è che l’equilibrio energetico tra il flusso di energia proveniente dal Sole e la quantità riflessa dalla Terra. Sistema climatico inteso come macchina termodinamica dove avvengono le trasformazioni di energia. Macchina dove entra solo energia, quindi onde elettromagnetiche a “onda corta” (cioè nella banda di luce visibile) ed esce cioè è riflessa luce infrarossa cioè a “onda lunga”. Un sistema formato da atmosfera, oceano e biosfera quindi la biomassa continentale e dalla cosiddetta criosfera ovvero ghiacciai e simili.
Ribadiamo che il sistema climatico è un sistema complesso dove vige non solo la legge causa/effetto, ma il fenomeno della retroazione tra effetto e causa che lo ha generato. Nei sistemi complessi governati dalla teoria del caos (banalizzando dell’effetto farfalla), piccole cause possono innescare fenomeni enormi. Viceversa cause che possono apparire catastrofiche si possono risolvere con effetti finali trascurabili.
Il più grande volano del clima è l’oceano con l’importante immensa funzione della sua salinità che regola la circolazione oceanica che svolge un grande ruolo sul clima. La CO2 quanto incide sull’incremento del riscaldamento globale? 60% e 20% il metano.
Lasciamo le cause astronomiche che esplicano i loro effetti su scale temporali variabili dai ventimila ai centomila anni. Il 70% dell’aumento di CO2 in atmosfera è causato dalla combustione di fossili e il restante 30% da deforestazione, uso del suolo (cementificazione) e dalla agricoltura.
Come si risale alla causa antropica? Dalla composizione isotopica dell’anidride carbonica: prevale massicciamente il carbonio 14 che è quello rimasto nel sottosuolo per centinaia di milioni di anni. Carbonio 14 che ha una vita media di 5400 anni. Tutto il sistema climatico reagisce al surplus del carbonio. La CO2 è aumentata di circa il 50%.
La perturbazione rilevante dell’effetto serra è iniziata nel 1800. La terra è uno specchio imperfetto capace di riflettere un terzo della luce solare che riceve. Quella radiazione a onda lunga riscalda la Terra, cioè il suolo, e una parte viene riflessa, ma una parte diventa luce infrarossa (onda corta) responsabile dell’equilibrio tra radiazione che entra e radiazione che esce. Questo equilibrio avverrà a una certa temperatura che dipenderà dalla composizione dei gas serra in particolare di CO2 e metano. CO2 che “ intrappola” a causa delle sue proprietà la radiazione riflessa concorrendo al riscaldamento globale e all’incremento della temperatura media della Terra.
Di quanto? Della quantità coerente con la sua concentrazione in atmosfera e della quale la componente antropica è parte rilevante come riscontrato dai vari rapporti quinquennali di IPCC , della NOAA e altre istituzioni scientifiche.
Un recente studio di 88.125 articoli scientifici relativi al clima ha mostrato che il 99,9% di questi concorda sul fatto che i cambiamenti climatici sono principalmente causati dall’uomo. Complessivamente, la ricerca ha prodotto 28 articoli implicitamente o esplicitamente scettici, tutti pubblicati su riviste minori. Questo risultato migliora quello del 2013 secondo il quale il consenso era del 97%.
Nonostante questi risultati, i sondaggi dell’opinione pubblica e le opinioni di politici e rappresentanti pubblici evidenziano l’errata convinzione che tra gli scienziati esista ancora un dibattito significativo sulla vera causa del cambiamento climatico . Il 99,99% degli studiosi del clima optano per la causa umana del riscaldamento globale.