Un giardinetto pubblico di Taranto, frequentato da ragazzi e anziani, ormai abituati alla sporcizia che caratterizza il luogo
Una passeggiata per Taranto, complice l’arrivo del caldo estivo, e capita di imbattersi in una piazzetta.
Un angolo di città apparentemente poco visibile ma, in realtà, ben conosciuto da molti cittadini.

Piazza Maturi, questo il nome che mi suggerisce un anziano seduto sulla panchina. Ed in effetti, questo giardinetto pubblico è ubicato all’incrocio tra via Maturi e via Icco, ma il nome “ufficiale” è quello di Piazza Don Bosco
Quello che però balza subito agli occhi, in in caldo pomeriggio di giugno, è l’assoluto degrado del posto.
Oltre ai cassonetti traboccanti di rifiuti, talmente vicini da poterne sentore il fetore dalle panchine, è possibile osservare una gran quantità di spazzatura depositata nel terreno: bottiglie di birra, semplicemente svuotate e abbandonate accanto agli alberi, nella speranza che gli anziani e i bambini che frequentano il posto non ci cadano sopra.

Carte, mozziconi di sigaretta e gli immancabili escrementi di animali domestici, firma inconfondibile del tarantino incivile, già coperti da nugoli di mosche.
Persino la statua di Don Bosco, al centro della piazzetta, sembra vergognarsi delle condizioni del posto.
Ma a colpire ancora di più, come un pugno nello stomaco, è l’indifferenza dei ragazzi che giocano a pallone in mezzo a questo fulgido esempio di mancanza di senso civico e degli anziani seduti sulle panchine a chiacchierare.
Entrambi abituali fruitori di questo luogo, a cui non vogliono rinunciare nonostante le attuali condizioni di degrado.

Ma, se gli anziani sembrano avere uno sguardo rassegnato, per i ragazzi la situazione è peggiore, dal momento che appaiono abituati a considerare normale ciò che in realtà non lo è.
Del resto, Piazza Maturi non costituisce un’eccezione all’interno del contesto: le strade circostanti, come ormai gran parte delle vie cittadine, sono sporche all’inverosimile e il caldo sta peggiorando la situazione.
Un quadro sicuramente poco edificante non solo per i turisti di passaggio, ma soprattutto per i cittadini, che sembrano ormai assuefatti all’andazzo.
Darwin diceva che la specie migliore si adatta ai cambiamenti. Forse, in questo caso, sbagliava.